domenica 24 agosto 2014

Le immagini mentali che accompagnano le trance estatiche (14.12.2010) - Mental Imagery Accompanying Ecstatic Trance (14 December, 2010)

Rievocazione con registrazione poligrafica delle sue esperienze estatiche alle Ghiaie di Bonate di Adelaide Roncalli a. 50 a Milano - P.zza San Nazzaro, il 04/05/1988


1. Incontro a casa di Adelaide Roncalli a Milano

In data 04/05/1988 di mattino mi sono recato alla chiesa di San Nazzaro a Milano, dove a Mons. Giacometti e Don Sessa, consacrati Cattolici già conosciuti e con cui si collaborava per le fenomenologie apparizionali, ho chiesto di poter incontrare la sig.ra Adelaide Roncalli che abitava, all'epoca, in quella piazzetta di fianco alla Chiesa.

Avevo portato con me un poligrafo (Lafayette Ambassador) per ogni evenienza, volendo applicarlo, se la signora Adelaide permetteva, per una registrazione psicofisiologica circa la rievocazione dei fatti apparizionali del 1944 avvenuti presso la frazione Ghiaie di Bonate (BG) nel 1944, all'età di sette anni. La signora abitava verso gli ultimi piani di un condominio a fianco alla Chiesa.

Mi ha accolto con una certa perplessità, sebbene sapesse della visita dal parroco della Chiesa di San Nazzaro, ma è stata subito tranquillizzata che era solo una visita di cortesia e che si era interessati a sapere qualcosa circa i suoi attuali ricordi emozionali dei fatti apparizionali del 1944 in cui era stata coinvolta e di tutto quanto era successo anche dopo questi fatti.

Avuto il suo consenso, che mi ha dato dopo aver chiesto anche il parere di sua sorella presente, si è iniziato a chiederle delle informazioni generali sul come viveva ora, e lei ha risposto che faceva l'infermiera all'ospedale vicino con turni giornalieri.

Le si è chiesto se lavorava anche di notte e lei ha detto che di notte, abbastanza spesso, andava ad assistere all'ospedale qualche ammalato grave a titolo di volontariato.

Al che le ho chiesto quando dormiva, poiché aveva anche una famiglia che la impegnava, e quindi non era indifferente anche l'attività casalinga oltre al lavoro, e lei mi ha risposto che cercava di assolvere anche ai suoi doveri familiari.

Il suo parlare era molto modesto, come pure il suo atteggiamento; non si dava alcun contegno di superiorità e rispondeva alle domande con sveltezza, senza pensarci molto e senza cambiare tono di voce, che era normale; anche la sua mimica facciale era consona ai discorsi, quasi sempre con un mezzo sorriso su tutto il volto, cioè non asimmetrico; i suoi occhi erano sempre rivolti verso il proprio interlocutore anche se talvolta si spostavano in alto a destra, per ricordare meglio quanto stava esponendo; la postura non era rigida, né flessa, ma abbastanza diritta, il mento non in estensione.

Le ho chiesto se permetteva di farle delle domande inerenti ai fatti del 1944 e se potevo registrare con lo strumento che avevo portato le sue risposte; lei ha acconsentito chiedendo anche cosa ne pensava a sua sorella, che ha dato anche il suo benestare.

Si sono messe a ridere perché, non si aspettavano questa registrazione, che però Adelaide ha accettato di buon grado.

2. La definizione di immagini mentali

La definizione di immagine mentale non è mai stata univoca. Diversi autori hanno dato riscontri differenti, ma si è d'accordo sulla loro natura, e cioè che non sono una rappresentazione del percepito sensoriale (vedi Holt, e poi Pribram, Galanter, Miller, nota 19), ma una rappresentazione mentale anche a carattere parapsicologico (Holt 1964), riferiti anche in particolari stati di stress o, se si vuole, anche biopsicocibernetici. Antonelli descrive 13 tipologie di immagini mentali, tra cui introduce anche l'immagine allucinatoria; secondo Holt quando queste insorgono in assenza di stimoli sensoriali, circostanza a cui Antonelli fa riferimento, nel caso cioè delle “allucinazioni paranormali”, queste sono ben distinte dalle allucinazioni patologiche e che riguardano fantasmi, apparizioni, visioni mistiche. Quindi il tema delle immagini mentali a carattere spiritico o religioso non era disdegnato da quegli autori, che ben si sono guardati dal dare un connotato patologico alla parapsicologia, alla religione e agli stati modificati di coscienza religiosi o laici ed alla biopsicocibernetica.

Secondo Mac Kellar la mente potrebbe elaborare gli elementi offerti dai sensi in modalità indipendenti da quanto offerto e fonderebbe ed elaborerebbe tali elementi dando forme nuove e riorganizzandoli in modo da produrre risultati nuovi (nota 19, pag 5).

In seguito, col cognitivismo e la costruzione di una mente attiva, la percezione e l'immaginazione sarebbero forme della medesima attività mentale o psichica fondamentale, per cui ci sarebbe un continuum (avvicinamento o non distacco) tra queste due attività mentali che sono all'estremo della medesima attività psichica. Queste ipotesi sono state in seguito confermate dall'effetto Perky (Segal 1972), in cui uno stimolo esterno può introdurre un'immagine nel flusso ideativo senza che il soggetto sia consapevole di questo. Molti altri autori si sono interessati all'argomento e le loro conclusioni confermano sempre di più che i limiti tra percezione ed immaginazione possono essere sempre più sfumati, quando non è possibile (Berlyne) tracciare distinzioni precise, per cui si hanno pure comportamenti differenti. Nel 1985 Kitamura accentua il fatto che, mentre le percezioni sono legate allo stimolo esterno, le immagini mentali possono essere modificate dalla mente (attiva) poiché possono essere modificate a piacimento dalla mente stessa (Arieti 1967).

Altri autori, come Neisser (1976), difendono la novità delle immagini mentali come costruzioni di nuovi modelli e non di riesumazione di ricordi passati; quindi percezione e immaginazione possono costruire anche immagini nuove che la mente non aveva nei suoi scaffali.

Esiste, quindi, una certa interdipendenza tra l'immagine mentale e il pensiero, e Piaget riconosce all'immagine non solo una funzione cognitiva, probabilmente anticipatoria del pensiero, ma parla di una polivalenza della medesima in cui le dinamiche emotive si esprimono appunto in un codice immaginativo e che quindi ha un suo ruolo ben preciso nel processo cognitivo ed organizzato, o abilità cognitive superiori (Lorenz,nota 19. pag. 30).

E così il pensiero logico matematico è diventato uno strumento primo del sapere, a scapito di altri codici mentali come le immagini mentali, cui è stato attribuita solo una complementarietà accessoria. Ciononostante, questa attività mentale è stata reintrodotta nella psicologia e psichiatria attraverso le varie tecniche psicoterapeutiche che si basano appunto sulla produzione di immagini mentali.

Inoltre l'immagine mentale avrebbe la proprietà di simulare più velocemente, di dare informazioni nuove (Ahsen 1982) e di interpretare in modo più strutturale il materiale cognitivo della realtà percettiva e quindi di precedere la rappresentazione della realtà esterna e le varie soluzioni operative che poi il processo cognitivo attua.

Si è preferito adottare una soluzione semplificata delle immagini mentali proposta da Richardson ad altre più elaborate, ma più dettagliate e quindi più dispersive, per la questione apparizionale, in quanto (Shepard) conferma che “una delle sorgenti esterne al cambiamento del pensiero sono appunto le immagini mentali ed i processi mentali che comportano”.
Si ricordi che Holt, tra le immagini mentali inserisce quelle “parapsicologiche, di Entità religiose ed altro.

Il quesito personale del sottoscritto era di sapere:

- quale tipo di immagine mentale corrispondesse sia al ricordo degli eventi del 1944 e susseguenti conseguenze dei medesimi.

- sia all'interferenza di tutta quella sequela di soprusi di ogni genere da lei subita in seguito all'Apparizione e

- che differenziazione si sarebbe potuto fare nei riscontri psicofisiologici che sarebbero emersi dal tracciato e quelli di allora di cui esisteva qualche controllo solo clinico, ma non strumentale.

Il quesito scaturiva dalla differenziazione effettuata da Richardson, che aveva dato una classificazione abbastanza esaustiva delle immagini mentali stesse, e cioè (1983):

- Immagini persistenti. Sono le immagini che permangono dopo, cioè quando la stimolazione esterna si esaurisce, come il guardare il sole e dopo guardare una parete su cui apparirà il sole in altri colori o nei medesimi.

- Immagini eidetiche. Un tempo identificate nell'abilità del soggetto di vedere un'immagine mentale che è l'esatta copia di un’esperienza sensoriale originale e quindi un ricordo vivido. Attualmente si preferisce impiegare tale termine per descrivere un'immagine creata volontariamente dal soggetto. Sono più frequenti nei bambini che negli adulti.

- Immagini del pensiero. L'immagine del pensiero è quella che si accompagna alla vita, in quanto si rievoca nella esperienza di tutti i giorni come elemento di ricordi passati, nei processi mentali e verbali della quotidianità ed accompagna anche le azioni anticipatrici del futuro. È cioè quel tipo di immagine mentale che l'uomo ha vissuto esperienzialmente durante l'apprendimento, trasformandola poi in pensiero e nome proprio o categoria di immagini e che quindi rievoca anche in modo inconscio quando dice nomi o categorie di immagini definite appunto con un nome.

- Immagini dell'immaginazione. Queste immagini compaiono quando si ha una diminuzione dell'attenzione verso l'ambiente esterno ed allora le immagini del pensiero cedono il posto al flusso di immagini dell'immaginazione, in cui il soggetto è sempre più assorbito nel contenuto dei nuovi fenomeni che diventano quasi percettivi (prima quindi stati di coscienza discreti – SdC - intermedi tra lo stato di realtà e l'altro, cioè quello modificato di coscienza – SMC -), ed il soggetto diventa sempre meno attivo verso il mondo esterno che non lo sollecita più ed inoltre i centri che attivano lo stato di realtà tendono a disattivarsi ed si attivano altri centri.

Il contenuto delle immagini immaginative può assumere emozioni molto forti, assume caratteri di novità ed originalità fino a che l'immagine può apparire addirittura come fisicamente presente anche su tutti i canali sensoriali.

Se poi il soggetto s’immedesima sempre più in questo tipo d’immagine, si abbassa la consapevolezza esterna (diminuzione dell’OR ovvero riflesso di orientamento), ed il soggetto vive l'esperienza nell'immaginazione come nella realtà esterna sensoriale, per cui:

- il riflesso di orientamento si abbassa fino a scomparire ed

- emergono altre possibilità psicofisiche particolari, come l'anestesia al momento e postuma, la mancata risposta dell' attività elettrica cutanea (EDA) a stimoli tattili, dolorifici ed altro, ed anche fenomenologie inusuali, come la fotostimolazione retinica, che diminuisce la sua risposta, ed una diminuzione generale e non patologica di tutte le risposte sensoriali, senza peraltro alterare i relativi recettori.

Questa classificazione ha il merito di differenziare i tipi di immagine cui va soggetta la mente/cervello umani con i riscontri psicofisiologici che li accompagnano e misurabili qualitativo/quantitativamente sui tracciati poligrafici e strumentali vari.

Si può quindi concludere che le varie trance, tra cui la trance estatica, rientrano in quest'ultima categoria di immagini, i cui contenuti del resto sono spesso assimilabili alle stimolazioni percettive, pur non essendo tali ma ritrovandosi sullo stesso continuum percezione immaginazione.

2.1 Le immagini guida della nostra mente e delle nostre esperienze

Con alcune tecniche immaginative guidate o insegnate si può accedere ad immagini immaginative consapevolizzate, che emergono dal racconto del soggetto che si apre al flusso delle immagini che scorre nella nostra mente/cervello e si sintonizza su di esso ed introduce elementi nuovi, ovvero nuove immagini.

Tale fenomeno, da alcuni autori (Pope e Singer 1978) è ritenuto un fenomeno neuronale, che appunto può essere attivato da tecniche di immaginazione guidata o no ed, in quest' ultimo caso, si hanno immagini inconsapevoli, chiamate anche spontanee, anche se provengono dai ricordi del subconscio o sono appunto nuove acquisizioni del processo cognitivo.

Alcuni soggetti hanno anche caratteristiche psicofisiologiche da verbalizzatori piuttosto che da visualizzatori.

I primi sono coloro che sono abituati a definire le loro emozioni con simboli o parole specifiche, e quindi meno preparati alle emozioni vissute come tali, mentre i visualizzatori sono coloro che elaborano gli stimoli emozionali che ricevono in modo più diretto ed efficiente. I visualizzatori potrebbero essere i soggetti denominati sensitivi, coloro che cioè hanno maggiore sensibilità verso stimoli anche sotto la soglia considerata minima della stimolazione medesima e che quindi elaborano informazioni che gli altri non ricevono; questi soggetti sono anche definiti a “bassa soglia” per il medesimo motivo. A tali abbassamenti della soglia emozionale possono corrispondere manifestazioni esterne che tendono a deconcentrare il soggetto dal mondo esterno, come ad esempio tuoni, lampi ed altri stimoli, che predispongono il soggetto a ricezione emozionale non controllata dalla coscienza; la coscienza che guiderà il soggetto sarà quella dell'esperienza che sopravviene e che G. Lapassade chiama l'Io della trance (anche se considerata differente: transe).

Da diverso tempo sono state avviate terapie cognitivo comportamentali con le immagini mentali, tali da riprodurre situazione del passato e descrivere così le emozioni provate a suo tempo con la loro psicofisiologia dell'epoca; poi subentra l'addestramento ad immettersi in quelle situazione e le strategie per superarle con nuove soluzioni mediate appunto dalle immagini mentali stimolate.

È ben vero che tutte queste tecniche riguardano situazioni stressanti, ma possono essere anche applicate per “produrre nuove immagini che ovviamente non sono più spontanee”, cioè senza evidente stimolo esterno, ma provocate.

Ad esempio, tra le numerose psicoterapie si vuole ricordare gli esercizi superiori del training autogeno (Schultz,1935 e modifiche successive) in cui i processi “meditativi” si basano sulle capacità del soggetto di visualizzare colori, immagini, oggetti concreti ed astratti, scene, persone, entità, ed ecco che la visualizzazione assume un ruolo centrale e si può psicofisiologicamente scivolare dal passaggio della prova di realtà in stati modificati o alterati di coscienza, dove persone, entità immaginate assumono un ruolo principale della visualizzazione stessa.

Tutto questo fa parte della mente attiva, che si trova aldilà della prova di realtà ed è come se stesse vivendo realmente ciò che succede esperienzialmente.

A questo punto è lecito introdurre nelle immagini immaginative anche

- quelle che non riconoscono uno stimolo tra quelli descritti, ma provengono da altre fonti chiamiate “spirituali” e che nel mondo delle religioni si identificano nelle varie Entità ivi presenti (già citato Holt).

È logico a questo punto supporre che tali Entità abbiano un altro tipo di approccio con la mente dell'uomo che le trasferisce negli stessi centri sensoriali per comprenderle, e quindi lo stato di coscienza dell'uomo non è quello della realtà ordinaria, ma di uno stato modificato di coscienza di cui si possono testare pure i parametri psicofisiologici e statisticamente costruire tabelle differenziali con lo stato base della coscienza o realtà ordinaria ed altri stati modificati o alterati.

Si tenga poi presente che ad esempio la Madonna, nel mondo Cattolico, è stata un essere umano reale e storico e, secondo la stessa Chiesa, ancora attualmente reale, sebbene con un corpo “modificato” che stimola sempre la mente umana che la percepisce come se fosse sui canali recettivi sensoriali o più propriamente (come dimostrato) nei centri associativi dei medesimi.

Quindi, se questa Entità reale si manifesta a qualcuno ed ad altri presenti no, è perché nello stato in cui è adesso non cadrebbe sotto l'informazione sensoriale, ma stimolerebbe lo stesso i centri sensoriali che l'accolgono come se fosse reale, e quindi per il soggetto che la dispercepisce è esperienzialmente reale (il cervello/mente non ha altri centri per decodificare ed inquadrare gli stimoli dalla realtà esterna o da realtà che possono manovrare come un interruttore gli stessi centri).

Più sotto la mappa degli stati di coscienza di R. Fischer spiega il ruolo del sistema neurovegetativo a seconda della stimolazione dei suoi due componenti: l'ortosimpatico o sistema di allerta, eccitazione, ed il parasimpatico, o sistema di stato o di diminuzione degli stimoli.



Fig 1. Mappa della varietà degli stati di coscienza dalla percezione all’allucinazione; meglio immagine mentale in un continuum di attivazione ergotrofica (ortosimpatica), a sinistra, e percezione meditazione o ipoattivazione per attivazione parasimpatica in aumento a destra.

La prova di realtà tra lo stato di coscienza della realtà inizia dopo l'ansietà a sinistra e dopo la tranquillità a destra, dove hanno inizio gli stati di coscienza alterati o modificati.

3. Registrazione poligrafica di Adelaide

La registrazione è avvenuta in salotto; Adelaide era seduta su una cassapanca/divano; temperatura ambiente sui 22°. Le si è detto che poteva restare lì dove si era seduta: le sarebbero stati applicati dei sensori che avrebbero registrato le sue funzioni di base, come il respiro costale e diaframmatico, l'attività cardiaca come frequenza e tono vascolare, l'attività elettrica della pelle di base e fasica (cioè di risposta a stimoli di vario tipo, come anche a stimoli interni, cioè ricordi emergenti).

La registrazione è durata all’incirca 16 minuti primi.

Non si avevano ancora dei rotoli di carta millimetrata per detto poligrafo convenzionale a scrittura termica; comunque la registrazione è avvenuta su carta termosensibile.

Dopo circa 2' di stabilizzazione degli elettrodi si è iniziato a farle delle domande nel seguente ordine e lasciando che le risposte potessero essere completate da Adelaide.

Le domande fatte sono state:

- nome e cognome
- quanti anni aveva
- se poteva tornare indietro nel tempo per ricordare quello che era successo ad occhi chiusi
- al paese che era le Ghiaie di Bonate
- l'anno era il 1944
- lei dice di essere agitata perché quei ricordi la agitano per tutto quello che è successo dopo
- le si suggerisce di chiudere gli occhi cosicché può ricordare meglio
- le si chiede della Madonna
- quando l'ha vista
- se la ricorda
- lei dice di ricordare la chiesa di San Giuseppe- le si chiede se riesce a visualizzarla (le avevo spiegato prima cosa era la visualizzazione), proprio sul sasso dove lei stava in piedi o se si vedeva tale)
- lei dice che riesce a “percepirla con la mente” proprio come la vedeva allora
- rievoca la folla che le fa paura ora come allora
- (se ricorda che è stata portata in braccio dai militari)
- molti si spaventavano
- mi sembrava
- non mi sono mai chiesta nulla (se era tutto vero o cosa)
- mi dice la visione che ricomparirà quando lei sarebbe morta (apparizione del 31/05/1944)
- questo ha detto in una apparizione
- lei fuma durante la notte
- le sue due figlie di 14 e 12 anni
- chiedono spesso se l'apparizione è vera
- riguardo a don Cortesi
- nessuna colpa neanche se ha esagerato.

Fine delle domande con risposta registrata.

3.1. Il tracciato poligrafico

Baseline pre-domande:

- Respirazione costale: assente.
- Respirazione diaframmatica: 16' a picchi aguzzi da 25 mm a 8 mm
- Attività elettrodermica: onde fasiche 5 al ' da 35 mm a 5 mm a punta arrotondata, larghezza da 8 a 5 mm
- Attività cardiaca periferica (CAM): la frequenza non è misurabile per artefatti, pletismo o tono vascolare sui 5 mm

Si ricalibrano i sensori con sensibilità a 4 ed a 6:

Respirazione costale assente
Respirazione diaframmatica: treni d'onda puntute larghe da 5 mm a 2 mm in aumento e diminuzione
Frequenza respiratoria sulle 18 onde ', da 25 mm a 15 mm il picco più alto



Fig n. 2 Registrazione poligrafica.

Attività cardiaca periferica: quarta traccia
Attività elettrodermica terza traccia
Respirazione diaframmatica seconda traccia
Respirazione costale non presente traccia lineare


La prima domanda: come si chiama nome e cognome e anni.
- Attività elettrodermica:

L'onda fasica più alta è come sopra al nome, 60 mm larga 10 mm, poi le onde decrescono e diminuiscono di frequenza, si attestano su 25,15, 5mm molto larghe. Un’altra onda sui 15 mm alla domanda quanti anni ha.

- L'attività cardiaca periferica è irregolare per alta sinuosità del baseline che raggiunge curve alte e strette alle varie domande, ma in diminuendo; la frequenza è sui 96', pletismo medio sui 5 mm. Quindi il soggetto è molto in ansia.

- La registrazione si sta stabilizzando, manca sempre la respirazione costale.

Per altri due '

- Respirazione diaframmatica,frequenza 15 ' onde fasiche ampiezza quasi stabile sui 5mm, altezza media da 25 a 15mm; le domande riguardano il paese e il ricordo dell'anno 1944.

- Attività elettrodermica, onde prevalentemente di base sui 6 mm 16 al '; alle due domande corrispondono due onde fasiche di 20 mm e 30 mm e larghe sugli 8/12 mm con sopraslivellamento del baseline.

- CAM frequenza cardiaca media sui 78' che arrivano a 96' alla richiesta di ricordare il 1944, pletismo da 7 mm a 10/15 alla domanda del 1944.




Fig. n. 3 Registrazione poligrafica

Attività respiratoria costale non registrata
Attività respiratoria diaframmatica seconda traccia
Attività elettrodermica terza traccia
Attività cardiaca periferica quarta traccia

Sente di essere agitata e lo dice:

Respirazione diaframmatica sui 17' onde pressoché stabili h 20 mm, larghezza sui 5 mm.

Attività elettrodermica -EDA- due onde di 10 e 20 mm h, larghe 8 e 5 mm.

- CAM baseline arcuato convesso 25 mm, frequenza cardiaca 90', pletismo da 5 a 10 mm.

Al suggerimento di chiudere gi occhi: respirazione due profonde inspirazioni che poi si attesta sui 14', attività elettrodermica onda sui 45 mm arcuata larga 8 mm. CAM pletismo 12 mm, frequenza cardiaca 84'.



Fig. n. 4 Registrazione poligrafica: si varia l'apertura del segnale, continua la registrazione con le parole chiave inserite più sotto il tracciato


1 traccia registrazione respiro costale non presente
2 traccia respirazione diaframmatica
3 traccia attività elettrodermica
4 traccia attività cardiaca periferica.

Alle parole per “percepire meglio il ricordo della Madonna quando l'hai vista”:

- Respirazione diaframmatica: inspirazioni molto alte 6/8 in un minuto e larghe 6 mm alla parola “vista”; 2 onde fasiche in 15” alte 25 mm e larghe sui 7/8 mm arrotondate in punta; EDA pressoché nulla; CAM baseline concavo appuntito sui 30 mm; pletismo 15mm; frequenza 90' e sempre baseline ondulato.



Fig. n. 5 Registrazione poligrafica

Prima traccia non rilevata respiro costale
Seconda traccia respiro diaframmatico
Terza traccia attività elettrodermica
Quarta traccia attività cardiaca periferica

Più sotto le parole dette in tempo reale.


Alle parole da lei dette che la ricorda nella “chiesa di san Giuseppe”, respirazione diaframmatica sempre con onde appuntite alte, EDA pressoché ondulata con una sola onda fasica sui 15 mm, CAM pletismo 18 mm, frequenza cardiaca sui 90/96'. Alla parola “Chiesa” sopraslivellamento sui 10 mm.




Fig. n. 6 Registrazione poligrafica

Sempre quattro tracce, manca l'attività respiratoria costale e qualche artefatto nel tracciato quarto dell'attività cardiaca periferica.

Si chiede di visualizzare la Madonna o lasciare arrivare alla mente la di Lei immagine: respirazione diaframmatica, 12' onde alte appuntite da 25 mm a 10mm, EDA con onde piccole baseline mosso, CAM baseline ondulato costante, frequenza cardiaca 84', pletismo 15/20 mm stabile.

- “Riesco a vederla mentalmente” quindi non la visualizza, ma la ricorda: respirazione diaframmatica. Baseline sopraslivellato, tre onde in crescendo, un’onda pluricrota di 10 mm di ampiezza e 50 mm di altezza, poi il baseline ritorna normale, le onde fasiche sui 25//30 mm di altezza, larghe circa 4 mm, e questo fino a paura per la folla.

EDA dopo una prima onda larga 10 mm ed alta 25 mm e per 60” il baseline resta quasi piatto, CAM baseline ondulato con escursioni sui 10mm, frequenza cardiaca 84', pletismo sui 15 mm ,dopo 30' il baseline è a lieve ondulazione, la frequenza cardiaca sugli 84' ed il pletismo su 15 mm.

- Paura folla durante l'apparizione

La respirazione diaframmatica diminuisce in altezza, piccole onde arrotondate sui 5/10 mm, frequenza 12 ', EDA “folla” onda alta 30 mm larga 8 mm arrotondata e lo stesso durante la parola “apparizione”, CAM pletismo sui 10 mm, frequenza cardiaca sugli 84/90'.

- “Fuma durante la notte” Respirazione diaframmatica molto diminuita onde fasiche 5/10 mm h, larghe da 4 a 3 mm, sui 18'.

EDA un’alta onda fasica 55 mm (la più alta del tracciato), poi il baseline è ondulato, CAM 84' frequenza pletismo 10/112 mm, baseline quasi piatto. Artefatti.



Fig. n. 7 Registrazione poligrafica: si può notare che inizia a comparire l'attività respiratoria costale, mentre nella seconda traccia le onde si allargano perché Adelaide risponde (onda e sega), l'attività elettrodermica non ha più onde fasiche alte, se non alla domanda su don Cortesi.
- “le sue figlie di 14 e 12 anni le chiedono se l'apparizione era vera”

Respirazione diaframmatica quasi regolare, tre onde alte 12 mm larghe 5 mm, poi piccole e medie onde, frequenza 18', EDA baseline leggermente ondulato per 60”, CAM baseline ondulato all'inizio convesso, pletismo sui 12/15', frequenza cardiaca 84'.

Ricordare “don Cortesi”: compare respirazione costale con un’onda medio alta ed un'onda diaframmatica oltre 50 mm, EDA onda larga 10 mm, alta 25 mm a punta arrotondata, incremento e decremento allargato, CAM sobbalzo del baseline, il pletismo resta sui 12 mm la frequenza sui 78'. Artefatti specie nel CAM.




Fig. n. 8 Registrazione poligrafica

Le parole “don Cortesi” suscitano allerta in tutte le tracce, mentre poi c'è un ritorno ad un tracciato meno emozionale alle parole “neanche se ha esagerato”.
- Nessuna colpa neanche se ha esagerato –


- Respirazione diaframmatica dopo un'onda pluricrota alta 50 mm e larga 25 minuti secondi seghettata, poi riprende respiro regolare con onde alte 8 mm; riprende anche la registrazione delle onde costali molto basse; EDA improvvisa di 25 mm e larga 8 minuti secondi con due piccole onde fasiche di 10 e 5 mm dopo 12 “, baseline CAM acuto sopraslivellamento 40 mm della durata di 5 minuti secondi, poi si stabilizza, frequenza cardiaca 90' poi 72', pletismo 15,10,12 mm.

4. Commento conclusivo del tracciato e conclusioni del medesimo

È molto importante per una lettura emozionale dei ricordi e quindi anche di come viveva nel 1988 gli eventi del 1944 Adelaide Roncalli, ricordare quanto scrisse davanti ad un notaio assolutamente convinta di aver “percepito” la Madonna, Entità della religione Cattolica.

Il 20 febbraio 1989 dichiarò quanto segue:





"Io sottoscritta Roncalli Adelaide nata a Ghiaie di Bonate Sopra (Bg) il 23 aprile 1937, nel quarantacinquesimo anniversario torno a dichiarare, come già più volte ho fatto in occasioni precedenti, che sono assolutamente convinta di aver avuto le Apparizioni della Madonna a Ghiaie di Bonate dal 13 al 31 Maggio 1944 quando avevo sette anni.

Le vicende da me dolorosamente vissute da allora, le offro a Dio ed alla legittima Autorità della Chiesa, alla quale sola appartiene di riconoscere o no quanto in tranquilla coscienza e in sicuro possesso delle mie facoltà mentali ritengo essere verità.

In fede, Adelaide Roncalli

20 febbraio 1989
.”


Se leggiamo con attenzione quanto scritto dopo 45 anni, si notano parole molto importanti per i vissuti emozionali e le esperienze di stati modificati di coscienza di Adelaide Roncalli all'epoca.

Sono assolutamente convinta”: non ci sono incertezze di aver vissuto un'esperienza particolare e di aver percepito la Madonna, che le parlava e le dava messaggi da riferire. I suoi ricordi sono sempre gli stessi: non ha dubbi o ripensamenti volontari o distorsioni dei ricordi medesimi.

Le vicende da me dolorosamente vissute (…)”: si apre qui il capitolo che accompagna molte volte queste persone con esperienze di stati modificati di coscienza: non sono credute, le istituzioni non vogliono saperne.

Subentrano esperti che non sono esperti, come il prete Don Cortesi che la tallonava sempre e che voleva mettere tutto a tacere al più presto, con l'aiuto di suore manesche che l'hanno picchiata, con un finto funerale vissuto sotto un sudario e tutta quella sequela che ha dovuto subire sempre nell'ambito religioso cattolico. Il dolore c'è ancora, il sopruso del biglietto imposto da scrivere sotto dettatura è ancora presente ed anche verosimilmente alcuni atteggiamenti del medesimo (la risposta poligrafica alla menzione di Don Cortesi è la massima di tutto il tracciato).

Si sa che queste persone, dal momento che auto-affermano di dispercepire un'Entità come la Madonna, finiscono la loro vita privata e sono esposte a qualsiasi giudizio positivo o negativo, oltre a comportamenti dello stesso calibro; diventano personaggi pubblici e quindi suscettibili di subire qualsiasi “vicenda” emozionale positiva o negativa.

“In tranquilla coscienza e in sicuro possesso delle mie facoltà mentali”: è una continuazione della prima affermazione. Ha subito ingiustizie di ogni tipo: violenze psicologiche e fisiche. Perciò la sua coscienza è tranquilla, non ha nessuna emozione causata da angosce per “aver visto” non completamente bene (riferimenti molto comuni anche nei veggenti ufficializzati dalla medesima Chiesa cattolica) e quindi aggiunge che è in possesso delle sue facoltà mentali: la logica del suo pensiero è coerente, precisa, non falsificabile e la conseguenza di tutto quanto scritto è che per lei sono realtà sensoriale tutti gli eventi apparizionali del 1944, fino all'allontanamento notturno dal convento dove voleva dedicarsi alla vita religiosa.

Adelaide vive ancora quei momento “dolorosi” che ancor all'atto notarile fanno male, sebbene siano trascorsi 45 anni.

4.1 Screening della registrazione e valutazione delle risposte psicofisiologiche

La registrazione è stata eseguita all'improvviso, senza una richiesta preventiva ad Adelaide, che non se l'aspettava di sicuro; sapeva solo di una visita che le era stata preannunciata da don Sessa della vicina Chiesa di San Nazzaro.

Non è una prova conclusiva come potrebbe essere una registrazione col poligrafo usato come lie detector, anche perché non si è soliti usare questo tipo di registrazione (Prova delle bugie) su chi ha subito un evento, perché solo una menzogna volontaria darebbe dei risultati attendibili.

D’altro canto, anche chi può aver subito un evento che non rientra in determinati ambiti religiosi/emozionali (come attivazione emozionale specifica da Entità), può essere attivato anche da stimoli psicofisiologici di immagini mentali che possono sembrare “spontanee”, o sono attivate da pregressi ricordi che danno in seguito e in particolari circostanze uno stato modificato di coscienza con immagini che il soggetto percepisce (dispercepisce) come esperienziali e per lui/lei “reali” della realtà esterna, poiché proiettate all'esterno dal cervello/mente.

In altri stati modificati di coscienza come i sogni, il soggetto è programmato per un particolare stato fisiologico (già geneticamente programmato) che contempla anche la partecipazione attiva nel teatrino mentale del soggetto stesso, dopo essere passato attraverso un altro stato modificato della coscienza che è il sonno, dove potrebbe avere una serie immagini mentali attivate dai ricordi recenti e passati, come nel sogno che è distinto dal sonno.

Adelaide stava giocando e raccogliendo fiori con tre amichette, poi (innesco dell'evento):

- non rispondeva più, assente, immobile, pallida non giocava più, non rispondeva alle chiamate (entra nello stato modificato di coscienza con attivazione ortosimpatica perlomeno media o iper)

o e l'amichetta Palmina corse dalla mamma di lei gridando che Adelaide era: “morta in piedi”, cioè isolata dall'ambiente esterno,con evidente assenza dell'OR, ovvero riflesso di orientamento; non c'erano più stimoli dell'ambiente esterno e verosimilmente in iperestensione della postura con rigidità muscolare.

o (e che viveva una sua esperienza soggettiva che aveva oggettivizzato cioè proiettato nell'ambiente esterno per il comportamento che aveva assunto).

Non si vuole in questo contesto poligrafico rievocare i vari passaggi ambientali e comportamentali da un pre-evento all'evento e dopo, con quanto è già stato scritto da storiografi citati in bibliografia contemporanei o successivi agli eventi.

Tabella registrazioni frequenza cardiaca durante gli stati di trance estatica di Adelaide Roncalli alle Ghiaie di Bonate (Bergamo) 1994


GIORNI
BASALE 1
PROTO ESTASI
DURANTE ESTASI
DOPO ESTASI
BASALE 2
19/05/1944
70
85
72
72
72
20/05/1944
70
88
70
70
70
21/05/1944
70
80
70
72
-
29/05/1944
70
80
70
70
-
30/05/1944
84
120
84
75
75
31/05/1944
(ril. Maggi)

110

116

107

74

74
31/05/1944
(ril.Cazzamalli)

100

118

108/74

74

74


Si sono già citati, in diversi testi, alcuni riscontri psicofisiologici osservati allora nelle successive apparizioni/visioni come

- l'anestesia prima, durante e dopo (testi in bibliografia) desunti dall'esame clinico in situ eseguito dalla dott.ssa Eliana Maggi:

o alla frequenza cardiaca clinicamente accertata ed in parte assieme al dottor G. Loglio (quest'ultimo ha fatto soprattutto parte anche della Prima Commissione medica per la documentazione dei “miracoli” avvenuti alle Ghiaie), quasi sempre presente sul campo;

o A differenza dello Psichiatra Cazzamalli, che presenziò una sola volta alle apparizioni/visioni e scrisse una lunga relazione medico psichiatrica dove nel paragrafo Vita Affettiva descrive le tendenze etiche della bambina ed

o al paragrafo E (Giudizi Morali) dà parere professionale in una disciplina non di sua pertinenza, cioè un campo non suo, trattando di giudizi morali, non di pertinenza di uno psichiatra, ma di un operatore spirituale, e quindi deontologicamente poco corretti.




Le due tabelle mostrano la frequenza cardiaca di Adelaide durante i vari momenti delle su trance estatiche: nella seconda è stata fatta una doppia registrazione da due medici in contemporanea (Maggi, Cazzamalli).

4.2 Valutazione della registrazione poligrafica

Si sono ristretti i tempi di registrazione per non approfittare di quel consenso un po' estorto, e per avere qualche conferma che il poligrafo potesse avallare il ricordo emozionale di allora e quindi la sincerità di Adelaide e le eventuali immagini mentali attuali del ricordo di allora:

- La registrazione ha dato dei risultati significativi, come emozioni rievocate e tutt'ora presenti, sia di paura che di tranquillità emozionale, in quanto riscontriamo la paura della folla, la paura ancora viva del ricordo di Don Cortesi, la calma emozionale nel rispondere ai quesiti delle ragazze che non provoca modificazioni del tracciato, per cui l'immagine mentale suscitata non è di paura o di ansia che prima aveva.

- La registrazione è stata carente e non perfetta dal punto di vista di registrazione a penna calda.

- La registrazione della respirazione costale non è stata registrata, le penne non ritornavano sempre sull'isoelettrica e questo depone per una non perfetta messa a terra dell'impianto elettrico dell'appartamento; di qui interferenze nel tracciato, a cui si sono aggiunti anche artefatti.

- È stata usata una carta termica senza le suddivisioni previste dallo strumento stesso.

- La lettura poi è avvenuta riportando sulla carta millimetrata specifica il tracciato, che è anche visibile sull'originale fotocopiato nel 1988.

4.3 Le interpretazioni psicofisiologiche del tracciato

Adelaide mostra inizialmente un’ansia, cioè un'attivazione emozionale che è supportata da un'attivazione ortosimpatica evidente in tutte le derivazioni poligrafiche, come del resto c'era da aspettarsi da una visita improvvisa e dallo strumento.

La registrazione dell'attività elettrodermica fasica (PH-EDA) mostra le due onde più alte del tracciato alla domanda di come si chiama e del paese di origine, cioè domande non dirette ai fatti delle Ghiaie.

Anche l'attività cardiaca periferica registra un tracciato quasi illeggibile per l’escursione del baseline, mentre poi il tracciato si normalizza tranne che nel baseline dell'attività cardiaca, che non assume più quelle escursioni, anche se il baseline spesso è ondulato, mentre il tono capillare oscillerà sempre con ampiezza maggiore della registrazione preliminare.

Anche il respiro diminuirà di frequenza ed assumerà dei treni di onda in crescendo e diminuendo e si stabilizzerà, meno che in qualche momento particolare, su un ampiezza con scarse oscillazioni; quando parlerà l'onda fasica mostrerà una fase discendente caratteristica seghettata e propria di chi sta parlando.

Anche l'anno 1944 suscita in lei un'emozione che trova riscontro in quanto ha scritto nell'atto notarile; tale emozione non è eccessiva, poiché si ha una modesta ondulazione del baseline dell'attività cardiaca senza aumento della frequenza medesima. La sua stessa ammissione di essere agitata trova dei riscontri poligrafici, come all'inizio della registrazione, e prova la sincerità del momento.

Il chiudere gli occhi non le causa agitazione, mentre il suggerirle di ricordare quando ha visto la Madonna le causa un'attivazione emozionale intensa, che trova due onde medio-alte sull'attività elettrica cutanea e sul pattern respiratorio, 6 profondi sospiri, oltre ad una negativizzazione concavo/acuta nel baseline cardiaco iniziale ed un'oscillazione del baseline abbastanza vivace, mentre la frequenza del medesimo non subisce aumenti; quindi c'è una forte emozione e Adelaide è nello stato di realtà.

Pertanto a questo momento Adelaide mostra un' “agitazione” alta, ma improvvisa, poiché la frequenza cardiaca non cambia e quindi non ci sono incrementi ormonali di stress da menzogna (si ricordi che mentre nella verità dichiarata si attivano cinque aree cerebrali, nella menzogna se ne attivano nove). Il suggerimento di visualizzarla ed invece - riesco a vederla mentalmente - (secondo lei vuole dire che ha un ricordo intenso, ma solo ricordo nel cervello/mente, non che si ripresenti - e nulla vieta che potrebbe succedere - l'immagine mentale spontanea della medesima). (Richardson).

Tuttavia si consideri anche l'approccio improvviso con Adelaide, che riceve informazioni sul poligrafo solo al momento, e quindi l'ansia e quanto proposto, escluso la frode cosciente.

Si tenga presente, sempre in accordo con Richardson (1983), che c'è una correlazione tra immagini mentali evocate e risposte psicofisiologiche e quindi relazionale:

- Relazione tra l'immagine mentale suscitata e le attività psicofisiologiche che possono accompagnarla.

- Relazione di tipo funzionale relativa al rapporto tra contenuto dell'esperienza immaginativa e le eventuali conseguenze fisiologiche.

È ben vero che lo studio sui correlati psicofisiologici delle immagini mentali in genere, e quindi anche di quelle ricordate, riguarda il fatto se esistono delle modificazioni psicofisiologiche specifiche che accompagnano le immagini mentali che possono essere distinte da quelle di altri eventi mentali accompagnatori sia del fatto primario, sia del ricordo.

Sempre Richardson (1984) ricorda che:

- Per aver un effetto psicofisiologico paritario, l'immagine mentale dovrebbe presentare delle caratteristiche simili all'esperienza primaria, cioè il contenuto dell'immagine; a questo punto tanto più i contenuti dell'immagine mentale sono vicini all'esperienza primaria, tanto più si evidenzieranno i riscontri psicofisiologici.

- Tali immagini primarie e rievocate presentano caratteristiche specifiche che rivestono un'importanza fondamentale nell' attivazione dei vari processi biologici che possono essere testati.

Quindi anche i sospiri testé descritti depongono per la considerazione critica che la risposta psicosomatica all'immagine mentale da rievocare non esclude lo stato mentale del soggetto all'epoca e successivi tempi; resta da includere che l'immagine mentale è sempre un'immagine mentale emozionale, che attiva anche la componente cognitiva (Lang 1979), che fa riemergere i vissuti accompagnatori di allora e del dopo, assieme all'immagine stessa (“immagine mentale immaginativa”).

Il sottoscritto non ha termini di paragone con riscontri psicofisiologici dell'epoca o successivi, in quanto le uniche osservazioni in mio possesso sono quelle della dott.ssa Eliana Maggi, che ha controllato manualmente le pulsazioni dell'arteria radiale, e quindi si sono costruite delle tabelle sulla base dei riscontri effettuati e che si possono controllare qui di seguito.

Altri medici hanno constatato soprattutto l'anestesia cutanea, meglio definita come O.R., ovvero Riflesso di Orientamento, molto importante nel definire se si è già in uno stato modificato di coscienza, oltre la prova di realtà e debitamente relazionato. (“Oltre ad essi erano presenti anche studiosi e professori che volevano verificare se Adelaide fosse veramente in estasi. Per questo la chiamarono per nome, la scossero, la punsero con degli spilloni sulle guance e negli occhi, accesero un fiammifero e lo fecero bruciare sotto al suo naso; ma tutto questo non servì a niente, Adelaide rimase sempre impassibile”, bibliografia L. Iblani).

Il ricordo di don Cortesi è per lei fonte di paura rievocata con le modificazioni psicofisiologiche accompagnatorie e descritte, mentre la domanda delle figlie se “ha realmente visto la Madonna ” non le causa alcuna variazione, specie sull'attività elettrica cutanea EDA, e quindi la sua esperienza del 1944 è stata vissuta allora e ricordata poi, nel 1988, come reale, cioè in uno stato modificato di coscienza di tipo estatico, con attivazione iper ortosimpatico trofica e oltre la prova di realtà, cioè con abolizione pressoché totale del OR, ovvero riflesso di orientamento (vedi eventualmente mappa degli stati modificati di coscienza di Fischer).

Con questa relazione si vuole,

- in parte in base alle dinamiche generali della trance estatica,
- ma soprattutto in base alle dinamiche psicofisiologiche di Adelaide e ai suoi ricordi

affermare che Adelaide non ha mentito circa l'esperienza delle sue apparizioni/visioni; inoltre si vuole affermare che è stata lei a descrivere la rievocazione della Madonna. Il suo “riesco a vederla mentalmente” è un ricordo molto vivido, e quindi l'immagine immaginativa appartiene al contesto della trance estatica medesima e non è differente dall'immagine immaginativa del 1944; é perciò credibile e scevra da falso ricordo, inganno inconscio mentale, mentre la frode conscia si esclude da sé dal tracciato medesimo.

Durante le prove psicofisiche subite dai medici di allora, Adelaide era all’epoca in uno stato di profonda trance, soprattutto per l'assenza del riflesso di orientamento, anche se la frequenza cardiaca (il pletismo non è stato accertato) non dimostra elevati picchi di ingresso della trance medesima, come dimostrano le tabelle elaborate sui riscontri clinici. Il ricordo di Don Cortesi, invece, è molto problematico, poiché a distanza di 44 anni è vissuto ancora dolorosamente, anche se cerca in parte di scusarlo: questo va ad onore di Adelaide, che tenta di smorzare quel ricordo e quell'esperienza che invece internamente vive ancora molto male, trattandosi pertanto non di una ferita cicatrizzata, ma ancora dolente.

5. Bibliografia


1) G. Giacometti, P. Sessa, Verrà a visitarci dall'alto, edito in proprio nel 1988, pag 301/302
G. Gagliardi “Considerazioni sullo stato di coscienza modificato di Adelaide Roncalli durante l'Epifania Mariana di Bonate”

2) Anna Maria Turi, Pourquoi la Vierge apparait encore, Edition Felin Paris 1988, pag. 371/381
G. Gagliardi, M. Margnelli per la definizione dello stato estatico

3) M. Margnelli, G. Gagliardi, le Apparizioni della Madonna, Riza Scienze, 1987, Le Ghiaie di Bonate pag.64/66

4) Attilio Goggi, Sarò riconosciuta, Apostolato Mariano di Milano, Edizione f.C. del 1983 riguardo Dott.ssa Maggi pag.47/50.

5) F. Cazzamalli, La Madonna di Bonate, Fratelli Bocca editori, Milano 1951.

6) Poli Ermenegilda, La fede della gente a Bonate, Edizione Artigrafica Stella di Verona, 1988

7) Bortolan Severino, Le Apparizioni a Ghiaie di Bonate, Edizione fuori commercio, 1987

8) Angelo Cantaluppi, Riflessioni sulle apparizioni di Bonate, Edizioni Toroselle, 1999

9) A. Ballini, Una fosca congiura contro la storia, Edizioni Ars Grafica Roma, 1954

10) A. Ballini, L'inutile e falsa questione storica delle apparizioni di Bonate del 1944, Fatima e Le Ghiaie, Edizioni grafiche Carrara di Bg 1971

11) A. Ballini, Che avvenne alla Ghiaie nel 1944, Opuscolo Boltiere 1952

12) P. Cipriano Casella, Ubbidienti sì, stupidi no, dal settimanale “Il nostro tempo di Torino”, dicembre 1951

13) G Sacco, I giochi della mente, Edizioni Melusina 1994

14) A. Richardson, Mental Imagery, N Y Springher, 1969

15) Fischer, R.: A Cartography of Ecstatic and Meditative States. Science, 174, N. 4012, 1971
16) Ludwig, A.M.: Altered States of Consciousness. Arch Gen Psychiatr, 15, 225234, 1966

17) Tart, C.: Stati di coscienza. Astrolabio, 1977

18) AA.VV.: La fenomenologia della coscienza normale e alterata, Theta Pubblicazioni 2000,
Centro Studi sulla Psicofisiologia degli Stati di Coscienza di Milano.

19) A. Antonietti, Le immagini, Formato file: PDF/Adobe Acrobat, www.erickson.it/erickson/repository/pdf/doc_cre_7.1.1.pdf

20) G. Lapassade, L'io nella transe, Edizioni Feltrinelli 1984

martedì 10 settembre 2013

“Alcune Esperienze di visualizzazione volontarizzata. Esperimenti di visualizzazione della Madonna come Entità fisica e spirituale - 24/12/1998”/“Analysis of a Few Experiences of Intentionally Achieved Visualisation. Experiments Aimed at Visualising the Virgin Mary as a Physical and Spiritual Entity – 24 December, 1998”

Dottor Giorgio Gagliardi
Già Docente presso Amisi Milano
Medico Psicoterapeuta (n. 74 O. M. Como)


Relazione: “Alcune Esperienze di visualizzazione volontarizzata. Esperimenti di visualizzazione della Madonna come Entità fisica e spirituale - 24/12/1998”

Paper: “Analysis of a Few Experiences of Intentionally Achieved Visualisation. Experiments Aimed at Visualising the Virgin Mary as a Physical and Spiritual Entity – 24 December, 1998”

*  *  *

1. Premessa


Nelle prime registrazioni poligrafiche degli stati modificati di coscienza religiosi (SMCR), soprattutto della trance estatica, o meglio dell'estasi apparizionale di tipo Cattolico, come poi è stato riportato e discusso in "Da Lourdes a Mediugorjie” (nota 13) e "Studi scientifici su Mediugorije" ci si erano riproposte le seguenti osservazioni:

- La conferma neurofisiologica che tale stato modificato di coscienza religioso era corrispondente a quanto enunciato nella mappa di Ronald Fischer degli stati di coscienza e cioè uno stato di iperattivazione del sistema ortosimpatico o ergotrofico (Hess) (e dalla letteratura clinica, descrittiva, religiosa), che nella medesima mappa è all'estrema destra dopo l'eccitamento e l'ipereccitamento.

- L'ipotesi che tale stato estatico fosse riproducibile con una sequenza preordinata di tappe comportamentali che immettessero nell'attivazione emozionale necessaria per produrre quelle variazioni dei sistemi somatocomportamentali e psicobiologici che innescano lo stato di coscienza modificato religioso quale l'estasi apparizionale.Tale ipotesi prevedeva l'uso dell'ipnosi con una progressione fenomenologica descrittiva dei singoli passaggi fino ad innescare la variazione di stato.

- La possibilità che esistessero più variabili del medesimo stato estaticoapparizionale, per cui fosse possibile documentare differenti modalità per innescare questo stato modificato e quindi per poter anche avvalorare stati più o meno sovrapponibili ad altri stati di coscienza e differenziare stati estatici spontanei da stati estatici indotti.

- La prima stesura di una tabella riepilogativa delle principali caratteristiche comportamentali e biologiche differenziali tra vari stati di coscienza.
- La proposta di una scheda tecnica delle principali osservazioni fenomenologiche per un confronto eventualmente computerizzato, adottando terminologie standardizzate, tra i vari cicli estaticoapparizionali.

Le registrazioni effettuate permisero la costruzione di una Tabella Differenziale (nota 12, 13, 14), l'approntamento di una scheda tecnica e di una nomenclatura relativa ai medesimi fenomeni, simile al test di Rorschach, e la proposta di raggruppare gli stati estatici in diversi tipi a seconda delle caratteristiche più o meno comuni ad altri stati definiti di coscienza.

Questa relazione è un supporto all'ipotesi che lo stato estatico apparizionale di tipo cattolico
ha più variabili o tipi ed un sottotipo è

- la volontarizzazione o meglio
- la tecnica di visualizzazione dell'immagine mentale spontanea (in senso religioso mediata dal Soprannaturale, in senso scientifico senza spiegazione documentabile) o

- provocata della figura umana più comune delle Apparizioni Religiose Cattoliche e cioè della Madonna. 

2. Visualizzazione, stimolazione a produrre immagini mentali o immagini immaginative


Il profilo scientifico del fenomeno seguito è stato il seguente:

Primo evento baseline

A  Attivazione

B  Incremento

C  Prefase immagine mentale

D  Visualizzazione immagine mentale

E  Fine visualizzazione


F  Dopo

3. Osservazione scientifica dell'immagine mentale spontanea, e attribuita al Soprannaturale


Una cospicua bibliografia neuropsicologica e cognitivista generata negli ultimi decenni ha iniziato coraggiosamente a individuare e a differenziare il comportamento del cervello inteso come elaboratore di stimoli e risposte e il comportamento autonomo della mente di cui si conoscono tracce molto sfuggenti che scandiscono gran parte del lavoro che si svolge in noi stessi, silenziosamente, in modo molto preciso, creativo e spesso inconsapevole. (Si citano alcuni autori, come Kosslyn, Imagery, 1983; Polany, La conoscenza inespressa, 1979; Miller, La teoria generale dei sistemi viventi, 1965; Lazarus, In the Mind's Eye; Kosslyn, Image and Mind,1980; Gardner, La nuova scienza della mente, 1988; Chiari, Cervello e mente, 1987; Mandler, Mind and Emotion, 1975; Mandler, Mind and Body, 1984; Richardson, Mental Imagery, 1969; Sacco, I giochi della mente, 1994, ecc.).

La scienza aveva catalogato l'uomo in funzione dell'ambiente esterno e l’aveva quindi abituato e immesso nel mondo esterno come un "responder"; la scienza cognitivista ha dimostrato abbondantemente (Hebb, teoria degli assembramenti neuronali in Mente e Pensiero 1992) che noi umani possiamo aver orientato il nostro mondo interno con i mattoni con cui costruiamo la nostra percezione esterna, ma è altrettanto reale che il mondo interno non corrisponde proprio ai mattoni del mondo esterno o, forse meglio, non lo sappiamo con esattezza.

La nostra rappresentazione interna avviene per cosiddette "immagini mentali" che (secondo la scienza cognitiva) non sono le figure degli oggetti dentro la testa, ma "qualcosa", una conoscenza bi- o tridimensionale che ci richiama un qualcosa di conosciuto e che rappresentiamo come meglio ci pare- soprattutto sotto la soggettiva stimolazione emozionale del momento- che ne cambia i connotati e ogni particolare dettaglio.

Questo "qualcosa" di conosciuto improvvisamente ci avvisa che siamo spettatori/attori di quello che fuori da noi non c'è, ma è proprio come se ci fosse, cioè una sensazione non derivante dalla periferia del nostro corpo puntualmente portata al cervello dai nostri trasmettitori sensoriali o scaricata da qualche centro emozionale che si attiva, ma prodotta dalla prodigiosa macchina/non macchina che abbiamo chiamato mente, e che proietta su uno schermo che non è schermo e si anima in un teatrino che non è teatrino, ma sembra verosimilmente tale; figure immateriali e non fisiche (Eccles, Il mistero uomo, 1981) si materializzerebbero lungo le varie sequenze neurochimiche dei filamenti e cellule nervose che sono l'unico mezzo disponibile di conoscenza e che chiamiamo, non avendo a disposizione termini più comprensibili, ma anche più confusionari) i nostri occhi interni.

Il tema della visualizzazione mentale tanto di moda e di gergo comune, diventa improvvisamente uno sconosciuto conosciuto, un detonatore che esplode improvvisamente, uno specchio che non è affatto specchio: forse si tratta di più specchi o meglio di una realtà oltre lo specchio, aldilà o al di qua dell'immagine.

Allora tutte queste parole suscitano più perplessità, ma anche immagini mentali vere e proprie (Kulpe, 1900). Una domanda fondamentale potrebbe essere come comprendere, come avvicinarci a questo affascinante mondo interiore che viviamo quotidianamente con l'etichetta di reale e che vive in noi come realtà esperienziale piacevole o disturbante (Hillgard e Marquis, Conditioning and Learning, 1940), comunque di vita vissuta anche se solo nell'affascinante groviglio specializzato dei circuiti e assembramenti, neuronali chiusi, rientranti, aperti, monodirezionali, paralleli (Lorent de No, Hebb 1949, Von Seden 1960).

La visualizzazione, o immagini mentali spontanee o evocate con tecniche idonee, talvolta spontanee, hanno molta importanza nell'ambiente religioso che attualmente lascia più spazio alla mente emozionale, all'emisfero non dominante o emozionale, solitamente il destro, al sistema limbico o emozionale, dove il richiamo della figura/forma è dominante sulla nuda sequenza delle terminologie e delle parole, che sono una differente conoscenza (propositiva, Polany, La conoscenza inespressa, 1979).

Non dimenticando che le parole sono una condensazione di figure mentali che il cervello ha ormai assimilato e trascritto in simboli o insiemi di punti spazialmente significativi (Miller, Pribram, Plans and the Structure of Behavior, 1960).

Se la parola Madonna suscita la figura dolce e delicata della Mamma di Gesù', quando la nostra mente ispeziona ben bene le varie memorie a breve, medio e lungo termine si accorge che ci sono altre madonne niente affatto dolci e delicate; questa relazione vuole separare decisamente le varie figure che sono raggruppate sotto una medesima terminologia a più significati, e a immagini mentali sovrapponibili, ma niente affatto uguali, anche se le molteplici teorie più integrate (Hinton, Some Demonstrations of the Effects of Structural
Descriptions in Mental Imagery, 1979; Shepard, Internal Representation: Studies in Perception, Imagery and Cognition, 1981) ci presentano definizioni, classificazioni, principi teorici di base e poi riconoscono una non fisicità della mente, lasciando i soliti punti oscuri e le solite spiegazioni avvincenti, ma non del tutto convincenti (Paivio 1986, in I giochi della Mente, Sacco, 1994).

Sacco fa notare come la contraddizione dell'uomo affetto da una mente in continua espansione, ma intrappolata in un corpo caduco e fragile, si senta sempre più piccolo e decentrato in un universo che lo avvolge, sente sempre più bruciante la consapevolezza dell'inevitabilità della morte, ma non cessa di produrre continue frustranti e meravigliose scoperte. "Ciononostante gli adulti umani presentano un flusso continuo di eventi immaginativi che scorrono internamente” (Pope e Singer, 1978); solo in appropriate condizioni ognuno di noi può sintonizzarsi con quel flusso e osservarlo (Richardson, 1983, p. 14) e le appropriate condizioni sono l'apertura di determinate porte della nostra mente che Haynes definisce "bicamerale", ma che sembra avere più camere, tutte ispezionabili "in determinate condizioni" di coscienza.

4.  Visioni, Apparizioni: terminologia scientifica


La diffusione delle fenomenologie apparizionali religiose, che in termini scientifici vengono chiamate Stati Modificati di Coscienza Religiosi (RSMC), ha sempre suscitato interesse nel mondo scientifico anche ufficiale per le possibili dimostrazioni o per la non dimostrabilità dei limiti della scienza che l'uomo si è costruita a propria misura e per l'interpretazione non allarmante che l'uomo, in base ai suoi elaborati, dà a quanto succede.

Quando una persona segnala con suo convincimento che è entrata in contatto con entità, figure, visioni, apparizioni, nelle modalità stesse con cui avverte il mondo/ambiente che la circonda, e cioè i sensi e le immagini mentali conseguenti, e queste persone, entità, visioni, apparizioni non sono presenti nell'ambiente esterno, la scienza fa quadrato, alza gli scudi della conoscenza e col supporto dei suoi principi afferma che:

1) La persona ha una modificazione funzionale neurofisiologica anche spontanea, per cui proietta nell'ambiente o non (Neisser, Conoscenza e realtà,1981), con un meccanismo simile al sogno, quelle determinate  figure e si dirà allucinazione o immagine mentale (reattiva), o meglio “immagine mentale immaginativa”.

2) La persona ha visto qualcosa di fisico, e lo ha interpretato e immedesimato in quella  persona, entità, apparizione, visione con un suo schema di riconoscimento talvolta "automatico " (Beck, 1976) e si dirà “illusione”.
3) La persona ha uno squilibrio del sistema mente/cervello per cui ha una alterazione biochimica, organica, come un disturbo dissociativo grave, una sindrome del lobo temporale, e allora queste persone, entità, visioni, apparizioni saranno il prodotto della sua disfunzione cerebro mentale (Hubel e Weiss, 1963) e l'allucinazione sarà “un’allucinazione patologica, cioè il prodotto di un ambiente neuronale che è riconosciuto come uno sconosciuto o un estraneo”.

4) La persona ha imparato a sognare a occhi aperti con tecniche di addestramento, per cui ha addestrato la sua memoria fotografica (chiamata anche eidetica o iconica, che peraltro è una memoria sviluppata nell'uomo soprattutto in età infantile - Paivio, Mental Representation, 1986) a suscitare nei suoi centri associativi corticali quelle attivazioni che danno poi la proiezione di una fotografia animata, bi- o tridimensionale- nell'ambiente esterno medesimo o comunque fuori dal proprio corpo e in differenti condizioni del sogno, poiché il soggetto assumerà posizioni statiche coerenti alla figura che "visualizza" e sarà ancora “un' immagine mentale più o meno elaborata o più o meno movimentata”.

5) Paivio (vedi nota precedente) nella descrizione delle rappresentazioni mentali introduce un livello di uso interessante e cioè ‘rappresentazioni mentali che sono "psicologicamente" reali, le quali sono espresse come eventi pubblicamente o privatamente osservabili’.

Questa rappresentazione figurale è molto significativa anche perché si basa su una costruzione neuropsicofisiologica frutto di molteplici ricerche (Head 1920, Piaget 1926, Lorent de No 1938, Hebb 1966, Minsky 1979, Abelson 1977, Guidano e Liotti, 1983) che con Popper, Pribram, Eccles, Sperry, Festinger Weimer hanno costituito le teorie motorie della mente, o teoria della mente attiva, dove è la mente stessa dell'individuo che ricerca e costruisce i propri dati sensoriali (Sacco p. 73).

Si è qui introdotto il termine "visualizzazione", che in termini scientifici significa (R. Shone):
- tutti i mezzi atti a rendere percepibile un fenomeno che in quel momento è solo presente nella mente della persona;
- percezione mentale di un immagine visiva e quindi immagine mentale non proiettata in nessun schermo interno del cervello, ma che scatta lungo i circuiti e nei centri neuronali
con la richiesta stessa di realtà, anche se rappresentata conoscitivamente in modo astratto, come con una parola o una serie di parole.

Tale spiegazione soddisfa sufficientemente quanto si vuole intendere in questa relazione per cui la proposta di spiegazione del termine "visualizzare" è:


-  Adottare tutti i mezzi atti a rendere "reale" una complessa attività di centri o aree emozionali che, nella loro attivazione danno anche origine a un’immagine più o meno complessa riconosciuta dal soggetto come già nota; questa immagine, che scaturisce dall'attivazione dei neuroni e delle loro reti chiuse, rientranti (Sacco p. 82), potrà anche animarsi ed assumere facoltà pari a quelle sensoriali, come il movimento, il parlare e altri comportamenti che l'uomo ha nell'ambiente esterno, perché la mente "attiva" intesa come "produzione immaginativa pura" è in grado di far muovere le sue rappresentazioni (Kosslyn, 1989). 

5.  I mezzi, le tecniche, i condizionamenti per la visualizzazione

Veniamo a tutti i mezzi atti a rendere visibile o a tradurre in termini sensoriali l'attivazione di centri, aree associative ecc..

Il fenomeno visionario/apparizionale accompagna da sempre l'uomo, che fedelmente ha scritto fin dall'antichità aneddoti, libri, fiabe, romanzi, interviste, inchieste, questionari per rendersi conto, per spiegarsi questo improvviso uscire dalla quotidianità giornaliera per accedere ad un mondo passato, se compare qualche persona disincarnata, a un mondo diverso superiore, se compaiono entità fuori dalla nostra conoscenza, a un mondo di sensazioni/allucinazioni che però non sono totalmente fuori dalla realtà,in quanto queste visioni/apparizioni possono dare all'uomo una piacevole o spiacevole emozione (teoria dell'immagine emozionale di Lang, 1979), degli avvertimenti, degli indirizzi, dei messaggi banali, dei messaggi assurdi o dei messaggi stimolanti.

Hebb per coerenza non ammette che esistono mondi immateriali che possono influire sul fisico, sul cervello, perché queste comunicazioni rivoluzionerebbero le scienze fisiche e biologiche (Hebb, nota p. 233) e, secondo lui, non esistono prove talmente concrete per fare un tale passo da capovolgere la fisica, la neurofisiologia e la legge di conservazione della massa/energia; ma la Madonna è un personaggio storico accertato e quindi c'è un principio di autorità che va oltre la mente attiva singola: il problema sta nel fatto se la Madonna attualmente viene percepita come reale e se è Lei o il suo deposito nelle varie memorie che riaccende i circuiti neuronali del "Sacro" o verosimilmente simile al sacro.

Molte di queste esperienze sono indubbiamente state spontanee, dove per spontanee si intende la non ricerca volontaria di queste percezioni; altre possono essere state non intenzionalmente consce, ma il soggetto era un soggetto con capacità (più o meno inconsce) di "produrre" (memoria eidetica o "iconica"); alcune sono state prodotte con l'aiuto di sostanze idonee a produrre visioni, e cioè estratti di vegetali o sostanze comunque "Allucinogene", cioè in grado di produrre allucinazioni.

Quest’ultima categoria non verrà trattata, in quanto il nuovo squilibrio biochimico provocato nei circuiti cerebrali è la causa diretta di allucinazioni chiamate anche visioni, apparizioni.

Diverso è il domandarsi perché queste visioni/apparizioni

-possano prodursi spontaneamente, anche se il termine non è del tutto esatto, perché “spontaneo” significa senza una causa precisa e determinabile, il che non fa altro che spostare di nuovo il problema che si è già spiegato, almeno nei suoi tratti principali;
-oppure possano ottenersi con tecniche o addestramento a produrre visioni o apparizioni.

Nell'uomo esistono delle condizioni fisiologiche in cui si producono immagini mentali vivide?
La psicofisiologia classica (Dsm IV T. R. ci propone un quadro molto ristretto in cui l'uomo avrebbe queste immagini mentali e cioè:

1) Nel presonno, o allucinazioni ipnagogiche, cioè nella fase di destrutturazione di uno stato di coscienza.
2) Nel passaggio tra il sonno e la veglia, durante il dormiveglia, cioè nella fase transizionale di ristrutturazione dello stato di veglia.
3) Nel sogno o sonno REM.

E in queste tre condizioni si può già notare una differenza notevole: la prima e seconda condizione si realizzano durante una fase intermedia di stato non ancora definito, di passaggio, mentre la terza condizione si realizza durante uno stato di coscienza già definito e strutturato come il sogno o sonno REM.

Inoltre, nella psicopatologia organica, cerebrale si hanno allucinazioni visive durante l'inizio o l'intero episodio epilettico (DSM IV T R nota 15) e di solito queste allucinazioni provengono da scariche neuronali delle aree associative sensitive.

Ma la psicologia cognitiva (Sacco) ci propone tutta una serie di condizioni psicoterapeutiche in cui le immagini mentali hanno un ruolo preponderante e decisivo:

- Tecniche di "Sogno da svegli guidato", Desoille, 1961.
- Oniroterapia o guided affective imagery, Fretigny e Virel, 1968
- Psicoterapia eidetica (Ashen, in Sacco, p. 180), composta dall'immagine, dall'aspetto somatico o risposta fisiologica dell'immagine, dall'aspetto verbale del riconoscimento dell'immagine.
- Psicoterapie comportamentali e cognitiviste, quali la desensibilizzazione sistemica,
 le tecniche di immersione o implosione (Stampyl, Levis, Rachman) o tecniche di rinforzo positivo, negativo, estinzione e modellamento di J. Cautela, 1977, nel training della gestione dell'ansia, di Richardson, 1971.
- Tecniche cognitive di Beck, 1985, di Sacco,1989 e nelle più recenti, in cui il contesto è di focalizzazione sensomotoria immaginativa (Guidano, 1988).

Il mondo dell'immaginario è ormai ricchissimo di potenziali che possiedono la capacità di organizzare le informazione secondo delle fasi in cui sono presenti:

- proprietà elaborative dell'informazione interna o esterna;
- proprietà che producono informazione conoscitiva della medesima;
- proprietà di autoconsapevolezza di quanto viene prodotto;
- proprietà auto-organizzativa, nel senso che il significato che viene attribuito è specifico di sistemi altamente specializzati a questa funzione (Sacco p. 251).

Grosse parole che nascondono più domande ancora che risposte, ma arrivano al gradino dualistico mente-corpo inadeguato e pericoloso (Chiari 1987); chissà poi perché, anche la psicologia cognitivista non riconosce, umilmente, come Eccles e Popper, uno spirito o un'anima altrettanto immateriale quanto la mente (almeno sembra) e da cui si potrebbero avere informazioni proprio come nell'interazione mente-cervello: ma ricordiamo che si sconvolgerebbero le leggi della psicofisiologia e di altre scienze più o meno hard, e questo per molti non è lecito.

Ma la statistica, scienza riconosciuta, continua ad accumulare fenomenologie apparizionali che sconvolgono o sembrano sconvolgere anche la psicologia cognitivista e le teorie delle immagini mentali.

La fenomenologia apparizionale è soprattutto presente in stati modificati di coscienza che la psicofisiologia ha già definito, quali gli stati modificati di coscienza religiosi o le fenomenologie spontanee apparizionali descritte come parapsicologiche, o comunque non religiose; per queste ultime, siccome la fenomenologia non può attuarsi come per uno stato di coscienza religioso, è lecito chiedersi se per caso, anche per le cosiddette apparizioni non religiose o parapsicologiche, innescate da qualsiasi impulso, le persone si trovino in uno stato modificato di coscienza che mima lo stato modificato riferibile allo stato estatico.

Tuttavia, non sempre le persone che dicono di trovarsi in estasi secondo lo schema di R. Fischer lo sono realmente, proprio perché nella loro mente compare un’immagine immaginativa che può far loro sembrare di essere in estasi, mentre invece possono trovarsi in un altro stato modificato o alterato di coscienza, in cui prevalgono immagini immaginative. Questa modalità dispercettiva riconosciuta in molte tecniche di psicoterapia immaginativa può anche manifestarsi per motivazioni loro proprie o del gruppo in cui il soggetto è inserito o si inserisce.

In base alla mappa degli stati di coscienza di Fischer, lo stato estatico è lo stato all'estremo dell'attivazione continua del sistema neurovegetativo ortosimpatico, mentre lo stato di coscienza ad esempio dei medium, che non compare sulla mappa di Fischer, è sovrapponibile a quello dell'attivazione del sistema neurovegetativo parasimpatico e perciò in netta opposizione allo stato religioso estatico.

Quindi la fenomenologia dell'imagery mentale non ha un unico correlato neurovegetativo particolare che Fischer chiama più o meno propriamente “innesco”, ma dipende da attivazioni, collegamenti, scariche neuronali di sistemi superiori più complessi, associati, collegati, antagonisti.

6. L'esperienza con soggetti sensitivi per la fenomenologia apparizionale

Hillgard nel 1977 dimostrò che in ipnosi la persona ha più possibilità di avere nello stesso momento esperienze differenti: seguire quello che propone l'ipnotista, essere anche consapevole di tutto quello che succede intorno a sé, anche se ha ricevuto la suggestione di non sentire nulla, avere delle fantasticherie proprie. Tutte queste attività sono attività coscienti, che però non comunicano tra loro; sono indipendenti l'una dall'altra e, per portarle al livello della coscienza ordinaria, si devono adottare delle tecniche particolari che aprono le varie camere della coscienza, altrimenti l'esperienza principale potrà sembrare l'unica esperienza e le altre ugualmente valide verranno magari "a galla" in particolari stati o livelli
della coscienza medesima, che, opportunamente stimolata, ricorda gli eventi paralleli che ha vissuto in ipnosi.

Hillgard afferma che non tutte le persone riescono a ricordare gli eventi paralleli, ma distinti. Questa possibilità di distinguere un soggetto che si dissocia facilmente e ha una coscienza A, B, C suggerisce l'idea che la possibilità di far emergere gli Osservatori Nascosti, ma vigili, che affiancano sempre l'attore del momento potrebbe, oltre che essere frutto di un addestramento specifico, essere una predisposizione innata o un apprendimento spontaneo a usare questa predisposizione, e quindi costituire una facilità di accesso a stati modificati di coscienza, dove più osservatori nascosti, anche se non sollecitati, mandano segnali conoscitivi, aprono canali di informazione cosiddetta "spontanea".

Molti neurofisiologi hanno fornito prove psicofisiologiche e anatomofunzionali che l'emisfero destro, ovvero non dominante, emozionale, di una percentuale del 25% della popolazione normale non subisce le modificazioni che riducono la popolazione neuronale del lobo temporale, per cui detto lobo, in quelle persone, ha più assembramenti neuronali e connessioni interemisferiche (Cazzaniga), che potrebbero essere la base neurofisiologica delle persone sensitive che hanno flash, immagini mentali che affiorano "spontaneamente", senza la necessità di particolari stimoli, e che sono le basi delle fenomenologie esp e forse pk (Eccles).

Se queste affermazioni possono suscitare scompiglio nelle attuali leggi scientifiche, venga dimostrata la falsificabilità di queste affermazioni e venga soprattutto spiegato cosa ci stanno a fare quegli assembramenti neuronali nel lobo temporale destro di queste persone e perché hanno un numero di connessioni interemisferiche superiore alla norma.

All'emisfero destro viene riconosciuta la particolarità di avere assembramenti neuronali specifici che determinano il flusso continuo di immagini automatiche; il flusso di queste immagini spontanee, automatiche, ha il compito di allertare i vari sistemi prima ancora della loro operatività e anche la possibilità di ottenere immagini mentali da un limitato numero di stimoli o condizioni ottimali per determinare un’informazione sufficientemente significativa e quindi l'esperienza soggettiva (Kosslyn, p. 60), anche se spontanea (Cazzaniga, 1988). Quindi non necessariamente le visioni o apparizioni devono avere stimoli sufficientemente significativi per affiorare al livello di coscienza in cui il soggetto ha la consapevolezza della visione o apparizione medesima: possono restare su un flusso informativo parallelo e in tempi cronologicamente più lunghi sintonizzare sul canale della consapevolezza e dare l'informazione "spontanea".

L 'esistenza provata di soggetti sensitivi (secondo quanto recita il DSM IV riconosciuti tali da una cultura di cui esprimono alcune variabili) afferma che tali soggetti:

- Sono in possesso di una bassa soglia in relazione ad un dato parametro di stimolo fisico.
- sono in possesso di una responsività rapida e acuta, spesso implicante una percezione rapida od abnorme.
- sono responsivi anche agli stimoli minimi.


I soggetti sensitivi quindi potranno meglio attivare il processo della loro mente attiva o sistemi di assembramento neuronali della visualizzazione e non è nemmeno escluso che tutti noi umani possiamo trovarci in particolari momenti in cui possiamo diventare dei soggetti sensitivi, e cioè avere temporaneamente alta responsività a stimoli minimi, non necessariamente esterni, ed essere quindi a "bassa soglia" rispetto al manifestarsi di un dato evento fisiologico, come una sequenza di processi o scene allucinatorie per attivazione di quei centri, aree associative o sistemi coordinati che di solito fanno scattare tali sequenze solo durante fasi di passaggio (presonno o preveglia) o fasi di stati particolari (sonno REM). 

7. Gli stati di coscienza


Lo studio degli stati di coscienza (SCA; SMC; SMC Religiosi), le loro mappe (Fischer), la loro descrizione (Ludwing, Lapassade), la descrizione dei sistemi di passaggio o dei sottosistemi che si attivano hanno sempre rimandato il concetto di cosa si intende per coscienza, e questo è abbastanza logico, poiché lo studio di questi stati alterati, modificati, è quasi sempre avvenuto con la somministrazione di sostanze psicoattive, che modificano profondamente la biochimica dei neurotrasmettitori e dei neuromodulatori facendo venire quindi a mancare quella spontaneità del dato fisiologico che, se non patologico, è però mediato, tipo "scarica "neuronale”; i lavori anche di Groff, Cluver e Crick, che individuano allucinazioni di tipo 1 o geometriche o simboliche, e allucinazioni di tipo 2, tipo scene e quindi complesse, hanno la loro spiegazione in una disattivazione chimica dello stato di coscienza inteso come elaboratore dello stimolo/riconoscimento/elaboratore risposta all'ambiente, qualunque sia la coscienza residua.

I requisiti della coscienza proposti da William James sono:

- La personalità della medesima: cioè l'hanno sia gli individui che il loro sé.
- La mutevolezza, perché la coscienza è un di processo di continuo aggiornamento su cose ed eventi anche esterni.

- La facoltà di volere: non si tratta cioè di uno specchio dell'esperienza che si integra, ma va oltre l'integrazione; non procede neppure con immagini mentali per guidare il comportamento. 

7.1 Conclusioni?


G. Hedelman ha proposto, sulla base dei concetti espressi di William James, due tipi di coscienza:

- una coscienza primaria;
- una coscienza di ordine superiore, dove per ordine superiore Hedelmann non tiene affatto conto, come lui dice, di "spiriti o fantasmi", cioè di un ordine superiore "spirituale", fuori dalle nostre leggi fisiche o biologiche.

La coscienza primaria è lo stato di consapevolezza mentale dell'ambiente che ci circonda, in cui si hanno immagini mentali dell'ambiente.

La coscienza superiore comporta il riconoscimento dei propri atti, dei propri sentimenti, incorpora il modello di identità personale, dà valutazioni del proprio passato, futuro e presente, è consapevole di modelli mentali senza il coinvolgimento degli organi di senso:
cioè l'uomo è cosciente di essere cosciente.

G. Hedelman, a differenza di altre proposte dell'organizzazione della coscienza, spiega che queste sue due categorizzazioni sono basate su espliciti modelli neuronali ed esprime l’ipotesi che molte funzioni specifiche della specie umane avvengano senza che la coscienza ne venga interessata, come la sensazione della continuità spaziotemporale della veglia usuale e le varie esperienze personali e soggettive di consapevolezza, cioè di sensazioni e di sentimenti; la capacità di correlare e di riferire il campo esperienziale mentre viene elaborato presuppone l'esistenza di meccanismi superiori, quali forme di categorizzazione che noi possediamo e possiede chi è simile a noi. Le forme di categorizzazione che ci distinguono sono elaborazioni classiche percettive, concettuali, riferite ai valori e alla memoria individuale, che gli scienziati scientisti imputano alle loro conoscenze ormai superate dalla fisica subatomica, dimenticando che esistono i cosiddetti “campi PK” o “fenomeni psichici” e il fenomeno delle “menti interconnesse” (nota 17) che segue la teoria quantistica attualmente accettata da tutta la comunità scientifica, anche se questa ha dovuto cambiare non poche leggi che precedentemente erano giudicate fondamentali. 


Nel tronco/encefalo ci  sono e si integrano due principali sistemi neuronali:

- il troncoencefalo, e
- il sistema limbico: sistema basato sui valori in arrivo, connesso anche agli organi del corpo; ha dei circuiti con tempi di reazione variabili, adeguati ai sistemi riceventi e ai segnali in arrivo, talvolta limitando il gran numero di segnali inusuali che possono provenire dal mondo esterno e mandando in crisi alcuni centri di ricezione come amigdala/ippocampo.

L'altra forma di organizzazione trasmettitrice dal tronco è il talamo/corteccia, formato da nuclei che connettono e smistano segnali sensoriali in arrivo e altri segnali cerebrali diretti alle aree della corteccia: il sistema è sviluppato per ricevere segnali e poi rimodularli in  comandi, risposte molto veloci, benché le varie connessioni sinaptiche subiscano mutamenti che continuano per tutta la vita a modificare quelle strutture funzionalmente.

I due sistemi sono collegati e quello superiore è funzionale per l'apprendimento di adattamenti sempre più complessi, in modo che avvengano delle decodificazioni che separate non servono, ma che, collegate e assemblate, possono ricostruire un evento, cioè un insieme ordinato dal punto di vista spaziotemporale con riordino e smistamento di eventi conosciuti e sconosciuti da codificare, alcuni legati a coeventi della scena da connessioni fisiche, causali o correlate, o senza legami di questo tipo.

- La capacità di ricostruire una scena offre il vantaggio di mettere assieme eventi nuovi con eventi esperienziali passati molto importanti, che avranno depositi mnemonico/emozionali comuni, e quindi con elementi comuni nella rievocazione dei medesimi e anche intercambiabili per alcune loro caratteristiche.

- La capacità di realizzare queste scene è quanto ci si aspetta dalla coscienza primaria integrata e dislocata nelle aree corticali interpretative e rievocative, ma con connessioni implicite col sistema limbico, che di solito precedono e modulano la dislocazione secondaria nelle aree corticali. 

7. 2 Sperimentazioni sul campo e/o documentate

La difficoltà nell’affrontare l’esperienza di un soggetto che si autodefinisce veggente di una Entità disincarnata o di Entità non incarnate prevede tutta una serie di accertamenti fisici, psicologico-psichiatrici e fenomenologici, con riscontri clinici e strumentali tutt’altro che trascurabili per non incappare in errori di valutazione, che sono più di danno che di vantaggio.

Diverse volte si sono fatte registrazioni sperimentali sul campo con tecniche non invasive, come la trance ipnotica indotta (nota 11, 12, 13) in varie persone autonominatesi veggenti/visionari, e gli esiti strumentali hanno dato risultati, come era prevedibile, di uno stato di trance ipnotica, cioè non paragonabili alle registrazioni in stato di realtà ordinaria, ma piuttosto prevalenti di uno stato modificato discreto o modificato di tipo ipoattivato (rispetto all’eventuale reale o di trance estatica). Diverse sono le interpretazioni non strumentali antropologiche e culturali, ma ipotizzate, come dalla Bourguignon (1968) ed altri, come Lapassade (nota 11, pag. 66). Gli esperimenti di visualizzazione invece, hanno dato risultati discordanti, sebbene incoraggianti per uno studio futuro strumentale, più svincolato da collegamenti a strumenti, ma in wireless.

Gli esperimenti in ipnosi (nota 11, 12) hanno confermato uno stato di ipoattivazione rispetto alla trance estatica, mentre un soggetto in stato di realtà ordinaria ha evidenziato una corrispondenza con la trance da visualizzazione suggerita (“ricorda l’ultimo tuo episodio”, nota 12, pagg. 173 ss) e con oscillazioni neurofisiologiche e caratteriali della realtà ordinaria e culturale personologica.


Interessanti sono state anche le esperienze di induzione di trance ipnotica a Sofferetti, dove, oltre a due soggetti ritenuti visionari che rivelavano uno stato di non superamento della soglia di realtà e di iperventilazione e con un soggetto sperimentale non sensitivo né autodefinitosi veggente/visionario, si è constatato come l’aumento del sistema ortosimpatico è anche, oltre alla trance estatica, segnale di ansietà spinta all’estremo, cioè iperortosimpatico, non da quanto previsto nella tabella della trance estasi (pag 248, nota 12) e che era accompagnato da squilibrio neurovegetativo in arousal (nota 13 pag. 75) senza i parametri che si sono riscontrati in chi si avvia a una trance estatica e che hanno dato origine alla tabella differenziale di quattro stati di coscienza (nota 12, pag 251, nota 13 pag. 91; vedasi anche nota 14, pag. 79). 

8. 0 Bibliografia

(1) Churchill Medical Dictionary, pag. 2103
(2 ) Sacco, I giochi della mente, Melusina, 1994
(3 ) D. Hebb, Mente e pensiero, Il saggiatore, 1980
(4) R. Shone, La visualizzazione creativa, Astrolabio 1984
(5) S. Kosslyn, Le immagini nella mente, Giunti 1989
(6) Hillgard, Divided consciousness: Multiple Controls in Human Thought and Action, Wiley 1977
(7) M. Cazzaniga, Aspetti cognitivi e neurologici della disconnessione emisferica nel    cervello umano, Discussions in Neurosciences vol VI, n. 4 1990
( 8) S. Kosslin, Le immagini nella mente, Giunti 1989
(9 ) Haynes, Il crollo della mente bicamerale e la nascita della coscienza,
(10 ) G. Gagliardi, "La rinascita della mente bicamerale", in Yerebatan, Collana di Psicologia dell'Immaginario, Thema Editore Bologna, 1988
(11) AAVV, la fenomenologia della coscienza normale ed alterata, Ed. Theta, pag. 44, 66, 121, Theta pubblicazione 1994
(12) A. Resch, G. Gagliardi, I veggenti di Mediugorije, ricerca psicofisiologica 1998 Ediz. Resch
13) G. Gagliardi, M. Margnelli, Le Apparizioni della Madonna, da Lourdes a Mediugorije, Edizioni Riza Scienze, luglio 1987
 (14) G. Gagliardi, La Madonna Negata, E-book 2011 (http://giorgiogagliardi.beepworld.it/)
(15) AAVV, D S M IV T R, Edizioni Masson 2006
(16) Gerald Hedelman, Darwinismo neurale: la teoria della selezione dei gruppi neuronale, Edizioni Einaudi 1995  
(17) Dean Radin, Menti interconnesse, Ediz. Med., 2006