lunedì 15 febbraio 2016

Sunto dei risultati cui è pervenuto il Gruppo di Studio italiano "Medjugorje 3" del 1998

Gruppo di Studio italiano "Medjugorje 3" del 1998

RISULTATI *

Su richiesta della parrocchia San Giacomo di Medjugorje, nella persona di P. Slavko Barbaric, un gruppo di ricercatori Italiani coordinati da P. Andreas Resch di Innsbruck (Austria), Coordinatore Generale, e dal sottoscritto Dottor Giorgio Gagliardi, Coordinatore Scientifico, ha incontrato, per una serie di accertamenti, parte del gruppo dei veggenti di Medjugorje che dal 1981 ha la visione della Madonna.

Questa fenomenologia, denominata "visione/apparizione/stato estatico", è presente tutt'ora sebbene con caratteristiche differenti: il gruppo dei veggenti sperimenta questi fenomeni comunitariamente solo di rado, più spesso individualmente, e le visioni non sono più quotidiane per tutti.

Le precedenti commissioni (francese nel 1984, italiana nel 1985) avevano escluso che si trattasse:

a)    di patologia fisica o neurologica (epilessia o altro);
b)    di disturbi mentali e neurofunzionali in grado di indurre illusioni (falsa interpretazione di dati sensoriali) o di allucinazioni patologiche (immagini mentali vivide senza dati sensoriali che le producono e che sono sintomo di disturbo mentale);
c)    inganno cosciente e frode.

Esse avevano contestualmente accertato che era presente:

a)  la neuro- e psicofisiologia di uno stato modificato di coscienza di tipo estatico/apparizionale, in accordo con i dati presenti nella letteratura specifica.

Le due commissioni avevano considerato anche la possibilità che si potesse trattare di fenomeni fisiologici o paranormali non ancora conosciuti, quali le allucinazioni fisiologiche o immagini mentali spontanee, poiché le esperienze transitorie e/o allucinazioni o immagini mentali vivide sono ormai da tempo considerate frequenti (vedi presonno) anche in soggetti che godono di ottima salute psichica e neurologica.

Secondo il più autorevole testo psichiatrico, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM IV,1996), è ormai stabilito che tali fenomeni non sono da considerarsi patologici: come le esperienze spontanee di immagini mentali vivide e tridimensionali (vedi anche Jaspers), le allucinazioni (non patologiche) o gli stati di trance in ambiente religioso che non provocano disagio individuale, agiscono nel contesto di pratiche culturali o religiose e sono ampiamente accettate dal gruppo culturale o religioso della persona. Tutte queste sono esperienze umane, nella mistica Cattolica, sono classificate come visioni immaginative, apparizioni o visioni intellettive, a seconda delle loro caratteristiche, anche se psico- e neurofisiologicamente hanno meccanismi di produzione e di mantenimento dello stato medesimo attivato e sono provocate dall’attivazione dei medesimi sistemi neuroendocrini cerebrali ed interconnessioni neuronali e dalla medesima disattivazione di altri sistemi coinvolti nello stato di veglia.

Le visioni/apparizioni religiose che si definiscono solitamente "vere", o meglio "degne di fede umana", hanno una causa presumibilmente non fisica, chiamata parapsicologica e/o Soprannaturale  o Divina, a seconda della religione o corrente metafisica in cui si manifestano.

Questa realtà straordinaria è presente nella storia della Chiesa Cattolica ed è verificabile sia clinicamente, come nel passato, sia strumentalmente. Non è stato compito del Gruppo di Studio 1998 stabilirne le eventuali cause ed escluderne altre, poiché la competenza dello stesso riguardava solo l'ambito scientifico determinabile nella persona e, più precisamente:

a)    l'accertamento dello stato di salute fisica e mentale dei soggetti e quindi l'esclusione di stimoli fisici, psicopatologici, alterazioni funzionali psichicomentali, fenomenologie parafisiologiche non ancora ben conosciute;
b)    la verifica delle condizioni psiconeurofisiologiche dei veggenti (prima), durante, (dopo), la visione o apparizione che di solito si accompagna a (vedi Mappa degli Stati di Coscienza di R. Fischer come riferimento) uno stato modificato di coscienza che differisce dallo stato di veglia ordinaria e dal sogno, ed è chiamato stato di coscienza modificato, trance estatica, estasi.

Nel 1985, nei veggenti di Medjugorje che si erano sottoposti a registrazioni, queste determinavano appunto le  modificazioni delle principali funzioni biologiche che corrispondevano a quanto ci si aspettava in uno stato estatico con attivazione di centri oculari, come visione o apparizione.

Si erano escluse fenomenologie riconducibili a stimoli fisici, psicopatologici, e a fenomenologie paranormali non determinate, anche se ipotizzate: parliamo in quest’ultimo caso di stati di coscienza modificati che fanno parte della conoscenza scientifica (e non scientista) attuale, come gli stati di coscienza già classificati in passato, ma che sono stati superati da nuove più complesse classificazioni degli stati (modificati) attualmente studiati e riconosciuti scientificamente validi quanto quelli della medicina classica, e cioè ipnosi, estasi e altri ottenuti con tecniche di addestramento, quali il sogno lucido, le cosiddette proiezioni extracorporee o O.O.B.E. e altre.

Il gruppo italiano aveva raccolto indagini strumentali tali da confermare ed ampliare la conoscenza della psico- e neurofisiologia che è presente nello stato modificato di coscienza chiamato estasi "di tipo cattolico".

In seguito (1985) il sottoscritto aveva impostato una tabella differenziale psico- e neurofisiologica che metteva a confronto diversi stati di coscienza modificati o non studiati psico- e neurofisiologicamente (estasi ed ipnosi, e successivamente estasi, ipnosi, trance medianica e trance da possessione).

Nel 1998 le indagini si sono molto prolungate nel tempo perché i contatti con i vari soggetti da testare si sono rivelati più complicati del previsto: solo in tre sessioni (due a Capiago in provincia di Como e una a Medjugorje, con scarsità di soggetti), si è potuto:

a)    completare il colloquio psicologico/religioso per tutti e sei i soggetti (da parte di un operatore religioso cattolico);
b)    somministrare reattivi mentali (test) di inquadramento della personalità dei soggetti.

A questo proposito va precisato che:

a)    Yakov non si è sottoposto a indagine psicologico-religiosa da parte dei componenti del Gruppo di Studio, con cui non ha mai avuto contatti diretti, ma è stato testato per interposta persona qualificata.
b)    Ivanka si è rifiutata di sottoporsi ai reattivi mentali o test per motivi suoi, anche perché non aveva più quelle fenomenologie.
c)    Marija è stata registrata durante tre stati estatici, uno dei quali assieme a Ivan e Vicka (alcune volte con più strumenti).
d)    Ivan è stato registrato durante due stati estatici (una volta con due strumenti) assieme a Vicka, che era registrata anch’essa con il poligrafo e talvolta anche lei con due strumenti, anche se non partecipava allo stato modificato dell’estasi degli altri.
e)    Vicka è stata registrata 1) due volte mentre assisteva a stati estatici di altri due veggenti, Ivan e Marija; 2)  una volta nell’orario in cui di solito aveva la visione (che in quella circostanza non ha avuto) e successivamente mentre le si proponeva il ricordo di una visione precedente. Queste registrazioni di Vicka sono  utili nel confronto con eventuali suoi stati estatici e di visione che in quei periodi non ha avuto.
f)     Mirjana è stata registrata durante la rievocazione guidata del ricordo di una sua ultima visione (tecnica di visualizzazione).
g)    Ivan e Vicka sono stati indotti in stato modificato quale l’ ipnosi una volta. Marija è stata indotta in ipnosi due volte.
h)   Yakov, come già precisato, è stato sottoposto ad indagine psicologico/religiosa non da componenti del Gruppo ma da altro operatore psichiatrico slavo.

I test psicologici somministrati dai componenti del Gruppo di Studio (ad esclusione quindi di quelli somministrati a Yakov) ed i colloqui diretti, avvenuti talvolta con l’ausilio del traduttore, sono stati ritenuti abbastanza significativi ai fini dell'esclusione di disturbi fisici e mentali gravi o che provocano fenomenologie allucinatorie patologiche.

Si è peraltro notato che, oltre alla variabili individuali, il disagio di essere al centro di un fenomeno di risonanza mondiale e di subire continue intrusioni nella vita familiare - altrimenti definito “disturbo cronico da stress” - ha determinato una variabile sintomatologia che ha alterato i tratti della personalità di ognuno dei veggenti, che peraltro mostrano, oltre alla propria personalità, chiare reazioni difensive, disarmoniche e stereotipate.

La decisione di condurre registrazioni di stati ipnotici o di visualizzazione guidata è stata determinata dall'ipotesi già studiata che l'ipnosi non possa provocare uno stato estatico, ipotesi molto in voga nello studio di precedenti fenomenologie apparizionali Mariane di decenni fa o del secolo scorso, quando l'ipnosi faceva più spettacolo che scienza, citata anche da molti autori contemporanei (es. Arieti).

Studi recenti, non ancora totalmente esaurienti, hanno dimostrato la diversa neurofisiologia dei due stati: lo stato estatico e lo stato ipnotico sono tutti e due stati di coscienza modificati con forte componente emozionale, con caratteristiche comuni, ma anche differenti e divergenti, tanto da non potersi identificare in un unico stato.

In queste registrazioni, la rievocazione del ricordo in ipnosi di una precedente visione non ha riprodotto lo stato estatico.

In sintesi, nelle estasi registrate nel 1998 (che si riferiscono specificatamente a Marija e Ivan) era evidente lo stato di iperattivazione emozionale a vari livelli di espressività (iperattivazione del sistema neurovegetativo ortosimpatico) già riscontrato nel 1985. D’altra parte, nel 1998, i soggetti, pur risentendo di una diminuzione degli stimoli esterni, non hanno mostrato la stessa profondità ed espressività dello stato estatico rilevato nel 1985 e non si sono completamente deafferentati dall'ambiente come nel 1985; tuttavia non si trovavano neppure in uno stato di veglia ordinaria o di quotidianità. Le loro visioni giornaliere o non giornaliere hanno anche fatto registrare un diminuito impatto psiconeurologico: in parole più semplici, l'organismo si è anche abituato (fenomeno di abituazione) a questa esperienza ed entra più facilmente e con minore attivazione dei vari sistemi biologici (minor iperattivazione del sistema neurovegetativo ortosimpatico) nello stato estatico caratterizzante la loro visione.

Dott. Giorgio Gagliardi
Coordinatore Scientifico
Gruppo di Studio Italiano "Medjugorje 3" del 1998


* Questa pubblicazione iniziale risale al 24 marzo 1999, periodo intercorrente fra il completamento dello studio e la pubblicazione del libro I Veggenti di Medjugorje, Ricerca Psicofisiologica 1998, Resch Verlag, Innsbruck, 2000, che ne costituisce il resoconto dettagliato [N.d.R.]. Concorde con tali risultati è anche P. Andreas Resch, CSsR.

venerdì 5 febbraio 2016

La spettacolarizzazione mediatica, quale quella proposta in TV, spesso non aiuta a fare chiarezza negli animi di chi chiede alla scienza una risposta ai propri dubbi sui fenomeni religiosi come le Epifanie Mariane…/The Media (TV) Trend to Turn Everything into a Show often Does NOT Offer Clarity to the Minds of Those Who Expect Science to Provide an Answer to Their Doubts Concerning Religious Phenomena, such as Marian Epiphanies...


Ci si riferisce ai disparati programmi televisivi e radiofonici mandati in onda sia in Italia che all’estero, che nel corso degli anni hanno ripetutamente divulgato in modo parziale le dichiarazioni degli esperti (compreso il sottoscritto) che hanno partecipato di persona alla registrazione strumentale digitale circa l’attività di ricerca scientifica sulle apparizioni Mariane e su altre apparizioni/visioni attribuite a fonte  “chiamata” soprannaturale. Alcuni degli esperti hanno registrato e pubblicato non su riviste internazionali le loro registrazioni; ma secondo le norme, i principi e il codice deontologico (http://www.spr.ac.uk/page/guidelines-members) della Società Inglese di Parapsicologia (British Society for Psychical Research, http://www.spr.ac.uk/), non contano i titoli della società, ma la capacità di far funzionare strumenti (le cui registrazioni sono tutt’ora circolanti o reperibili), e di interpretarne i risultati.

Si fa particolare riferimento alle apparizioni di Medjugorje e ad altre contemporanee (rintracciabili sul vol. 16 di Riza Scienze, anno 1987), e alla metodica di decontestualizzare le affermazioni rilasciate da scienziati e ricercatori dalle interviste da loro rilasciate e dal materiale da loro fornito alle emittenti, che diffondono indicazioni molte volte imprecise sui ruoli svolti dagli interessati nell’ambito della varie Commissioni di Studio, con particolare riguardo a quelle italiane del 1985 e 1998: questo tipo di spettacolarizzazione mirato all’audience e al sensazionalismo ha spesso il fine, indipendentemente dalle dichiarazioni rilasciate e dal materiale fornito dagli studiosi, di fomentare ambigui dibattiti e/o supportare tesi del tutto contrapposte fra di loro circa la veridicità della natura cosiddetta soprannaturale di tali fenomenologie; tale spettacolarizzazione arriva talora addirittura ad insinuare la posizione di “giudice super partes” di chi si interroga, tra i cosiddetti “opinionisti” chiamati ad intervenire in studio, in modo talora del tutto irrispettoso e deontologicamente scorretto, se non  offensivo, nei confronti dei professionisti interessati che da qualche ventennio si interessano ai risultati ottenuti, elaborando tabelle consequenziali sconosciute, sembra, a quei “sapienti frequentatori dei salotti TV”, circa l’opportunità che la scienza si interessi alla ricerca e allo studio di determinati eventi.

Si ritiene quindi opportuno e doveroso offrire a chi si interessa a questi studi, e in particolare al controverso “caso Medjugorje”, alcuni chiarimenti sul lavoro svolto e sul contesto nell’ambito del quale esso è stato portato avanti negli anni, analizzando questa novità scientifica riguardante le modificazioni psicofisiologiche che si verificano nel soggetto prima, durante e dopo l’evento auto-segnalato.

Premetto che il 25 febbraio 1978 la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato le nuove "Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni”, revisionando quelle precedentemente in vigore che risalgono a Benedetto XV. Prima di citare il documento in toto, consultabile al link http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19780225_norme-apparizioni_it.html, desidero puntualizzare che scopo della ricerca scientifica in questi casi NON è appurare se un presunto veggente veda o meno la Madonna, o altra figura mistica e venerata dalla Chiesa Cattolica, ma solo verificare, tramite test e strumentazioni non somministrabili/disponibili prima di un certo periodo del XX secolo, in che stato di coscienza si trovi il soggetto presunto veggente quando dichiara di avere le visioni/apparizioni: se si trova cioè in uno stato cosiddetto ordinario di coscienza, oppure in uno stato modificato (si veda la Mappa degli Stati di Coscienza di
R. Fischer, come riferimento, che in casi come Medjugorje ha permesso di rilevare stati di trance estatica, senza studiare l’eventuale immagine percepita, i messaggi e i miracoli, che rientrano nell’area di competenza di altri studiosi).

Pertanto, prima che questi test/strumentazioni venissero impiegati, ci sono stati casi di Apparizione ufficializzati dalla Chiesa Cattolica e dichiarate “degne di fede umana” indipendentemente da questi studi. Si pensi a:

1) Rue du Bac, Francia (1830)
2) Roma, Italia (1842)
3) La Salette, Francia (1846)
4) Lourdes, Francia (1858)
5) Pont-main, Francia (1871)
6) Pellevoisin, Francia (1876)
7) Gietrzwald, Polonia (1877)
8) Knock, Irlanda (1879)
9) Castelpetroso, Italia (1888)
10) Fatima, Portogallo (1917)
11) Beauring, Belgio (1932)
12) Banneaux, Belgio (1933)
13) Amsterdam, Olanda (1945)
14) Siracusa, Italia (1953)
15) Akita, Giappone (1973)
16) Finca Betania Venezuela (1976) (casi in cui è stato permesso culto, ma non vi è stata ufficializzazione)
17) San Nicolàs, Argentina (1983)
18) Kibeho, Ruanda (1981-1989)
19) Laus, Francia (1664)
20 ) Champion, Wisconsin,  Stati Uniti d'America (1859).

Questi ultimi due casi sono stati ufficializzati solo di recente, fra il 2008 e il 2010.

Anche prima dell’avvento degli strumenti tecnologici/digitali attualmente in uso, ci sono stati casi, come nell’Epifania di di Beauring, Belgio (1932), che hanno attratto la presenza di circa duecento medici nel corso della stessa giornata, al fine di vagliare e verbalizzare i fatti alla luce delle metodiche disponibili all’epoca. A Medjugorje le consulenze furono molte, alcune non reperibili, altre pubblicate.

«SACRA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
NORME PER PROCEDERE NEL DISCERNIMENTO
DI PRESUNTE APPARIZIONI E RIVELAZIONI

Nota preliminare 
Origine e carattere delle Norme
Durante la Sessione Plenaria annuale del novembre 1974, i Padri di questa Sacra Congregazione hanno esaminato i problemi relativi alle presunte apparizioni e alle rivelazioni spesso loro connesse, e sono pervenuti alle seguenti conclusioni:
1. Oggi, più che in passato, la notizia di queste apparizioni si diffonde rapidamente tra i fedeli grazie ai mezzi di informazione (mass media). Inoltre, la facilità degli spostamenti favorisce e moltiplica i pellegrinaggi. L’Autorità ecclesiastica è perciò chiamata a pronunciarsi in merito senza ritardi.
2. D’altra parte, la mentalità odierna e le esigenze scientifiche e quelle proprie dell’indagine critica rendono più difficile, se non quasi impossibile, emettere con la debita celerità i giudizi che concludevano in passato le inchieste in materia (constat de supernaturalitate, non constat de supernaturalitate) e che offrivano agli Ordinari la possibilità di autorizzare o proibire il culto pubblico o altre forme di devozione tra i fedeli.
Per queste ragioni, affinché la devozione suscitata tra i fedeli da fatti di questo genere possa manifestarsi nel rispetto della piena comunione con la Chiesa e portare frutti, dai quali la Chiesa stessa possa in seguito discernere la vera natura dei fatti, i Padri hanno ritenuto di dover promuovere in materia la seguente procedura.
Quando l’Autorità ecclesiastica venga informata di qualche presunta apparizione o rivelazione, sarà suo compito:
a) in primo luogo, giudicare del fatto secondo criteri positivi e negativi (cfr.infra, n. I);
b) in seguito, se questo esame giunge ad una conclusione favorevole, permettere alcune manifestazioni pubbliche di culto o di devozione, proseguendo nel vigilare su di esse con grande prudenza (ciò equivale alla formula: «pro nunc nihil obstare»);
c) infine, alla luce del tempo trascorso e dell’esperienza, con speciale riguardo alla fecondità dei frutti spirituali generati dalla nuova devozione, esprimere un giudizio de veritate et supernaturalitate, se il caso lo richiede.
I. Criteri per giudicare, almeno con una certa probabilità,
del carattere delle presunte
 apparizioni o rivelazioni

A) Criteri positivi:
a) Certezza morale, o almeno grande probabilità dell’esistenza del fatto, acquisita per mezzo di una seria indagine.
b) Circostanze particolari relative all’esistenza e alla natura del fatto, vale a dire:
1. qualità personali del soggetto o dei soggetti (in particolare, l’equilibrio psichico, l’onestà e la rettitudine della vita morale, la sincerità e la docilità abituale verso l’autorità ecclesiastica, l’attitudine a riprendere un regime normale di vita di fede, ecc.);
2. per quanto riguarda la rivelazione, dottrina teologica e spirituale vera ed esente da errore;
3. sana devozione e frutti spirituali abbondanti e costanti (per esempio, spirito di preghiera, conversioni, testimonianze di carità, ecc.).
B) Criteri negativi:
a) Errore manifesto circa il fatto.
b) Errori dottrinali attribuiti a Dio stesso, o alla Beata Vergine Maria, o a qualche santo nelle loro manifestazioni, tenuto conto tuttavia della possibilità che il soggetto abbia aggiunto – anche inconsciamente –, ad un’autentica rivelazione soprannaturale, elementi puramente umani oppure qualche errore d’ordine naturale (cfr Sant’Ignazio, Esercizi, n. 336).
c) Una ricerca evidente di lucro collegata strettamente al fatto.
d) Atti gravemente immorali compiuti nel momento o in occasione del fatto dal soggetto o dai suoi seguaci.
e) Malattie psichiche o tendenze psicopatiche nel soggetto, che con certezza abbiano esercitato una influenza sul presunto fatto soprannaturale, oppure psicosi, isteria collettiva o altri elementi del genere.
Va notato che questi criteri positivi e negativi sono indicativi e non tassativi e vanno applicati in modo cumulativo ovvero con una qualche loro reciproca convergenza.
 II. Intervento dell’Autorità ecclesiastica competente
1. Se, in occasione del presunto fatto soprannaturale, nascono in modo quasi spontaneo tra i fedeli un culto o una qualche devozione, l’Autorità ecclesiastica competente ha il grave dovere di informarsi con tempestività e di procedere con cura ad un’indagine.
2. L’Autorità ecclesiastica competente può intervenire in base a una legittima richiesta dei fedeli (in comunione con i Pastori e non spinti da spirito settario) per autorizzare e promuovere alcune forme di culto o di devozione se, dopo l’applicazione dei criteri predetti, niente vi si oppone. Si presterà però attenzione a che i fedeli non ritengano questo modo di agire come un’approvazione del carattere soprannaturale del fatto da parte della Chiesa (cfr Nota preliminare, c).
3. In ragione del suo compito dottrinale e pastorale, l’Autorità competente può interveniremotu proprio; deve anzi farlo in circostanze gravi, per esempio per correggere o prevenire abusi nell’esercizio del culto e della devozione, per condannare dottrine erronee, per evitare pericoli di un misticismo falso o sconveniente, ecc.
4. Nei casi dubbi, che non presentano alcun rischio per il bene della Chiesa, l’Autorità ecclesiastica competente si asterrà da ogni giudizio e da ogni azione diretta (perché può anche succedere che, dopo un certo periodo di tempo, il presunto fatto soprannaturale cada nell’oblio); non deve però cessare di essere vigile per intervenire, se necessario, con celerità e prudenza.
III. Autorità competenti per intervenire
1. Spetta innanzitutto all’Ordinario del luogo il compito di vigilare e intervenire.
2. La Conferenza Episcopale regionale o nazionale può intervenire:
a) se l’Ordinario del luogo, fatta la propria parte, ricorre ad essa per discernere con più sicurezza sul fatto;
b) se il fatto attiene già all’ambito nazionale o regionale, sempre comunque con il consenso previo dell’Ordinario del luogo.
3. La Sede Apostolica può intervenire, sia su domanda dell’Ordinario stesso, sia di un gruppo qualificato di fedeli, sia anche direttamente in ragione della giurisdizione universale del Sommo Pontefice (cfr. infra, n. IV).
 IV. Intervento della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede
1. a) L’intervento della Sacra Congregazione può essere richiesto sia dall’Ordinario, fatta la propria parte, sia da un gruppo qualificato di fedeli [la seconda commissione italiana, quella del 1998, fu richiesta dall’allora P. Slavko Barbaric della Parrocchia di San Giacomo di Medjugorje, N.d.A]. In questo secondo caso, si presterà attenzione a che il ricorso alla Sacra Congregazione non sia motivato da ragioni sospette (come, per esempio, la volontà di costringere l’Ordinario a modificare le proprie legittime decisioni, a ratificare qualche gruppo settario, ecc. [ricordiamo la legge di Donchin e la mitomania individuale di sostenitori e detrattori, N.d.A.].
b) Spetta alla Sacra Congregazione intervenire motu proprio nei casi più gravi, in particolare quando il fatto coinvolge una consistente parte della Chiesa, sempre dopo aver consultato l’Ordinario, e, se la situazione lo richiede, anche la Conferenza Episcopale.
2. Spetta alla Sacra Congregazione giudicare e approvare il modo di procedere dell’Ordinario o, se lo ritiene possibile e conveniente, procedere ad un nuovo esame del fatto, distinto da quello realizzato dall’Ordinario e compiuto o dalla Sacra Congregazione stessa, o da una Commissione speciale.
Le presenti Norme, deliberate nella Sessione Plenaria di questa Sacra Congregazione, sono state approvate dal Sommo Pontefice Paolo VI, felicemente regnante, il 24 febbraio 1978.
Roma, dal palazzo della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, 25 febbraio 1978.
Firmato: Franjo Cardinale Šeper (Prefetto) e Jérôme Hamer, O.P. (Segretario[Citato da http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19780225_norme-apparizioni_it.html]

Dopo l’indagine iniziale, se l’avvenimento risponde ai criteri esposti, si può concedere un primo permesso che in pratica stabilisce quanto segue: "Per il momento, non c’è motivo di opporsi a ciò". Questo permette la partecipazione pubblica alla devozione alla presunta apparizione.

Alla fine, occorre dare un giudizio e una deliberazione definitiva, con l’approvazione o la negazione, che però supera la valutazione scientifica, poiché trattasi di valutazione religiosa.

È ben vero che in queste nuove linee direttive non si accenna a studi scientifici particolari mirati a constatare evidenze o meno di parametri come stati di coscienza modificati quali lo stato estatico e altri fenomeni raggruppabili in Stati Modificati di Coscienza Religiosi, stigmate o altre fenomenologie sull'uomo stesso, ma solo “Malattie psichiche o tendenze psicopatiche nel soggetto, che con certezza abbiano esercitato una influenza sul presunto fatto soprannaturale, oppure psicosi, isteria collettiva o altri elementi del genere”.

È altresì evidente che dai singoli studi psicofisiologici condotti nel XX e XXI secolo dai singoli ricercatori sono emersi dati importanti che attestano non solo le ipotesi iniziali, ma tutta una serie di sintomi o comportamenti che hanno fatto variare i parametri stessi della psicofisiologia umana, soprattutto  a confronto di altre fenomenologie similari più o meno auto- o eteroindotte e che quindi devono essere valutate e descritte per una diagnosi differenziale da una prima commissione scientifica che poi invierà i dati alla Commissione Religiosa.

Queste conclusioni hanno spesso attirato contestazioni di “opinionisti” o “osservatori” presenti nei salotti televisivi, che, essendo scientificamente digiuni sull’argomento, ritengono di essere nella posizione di poter sparare sentenze che, complice le già citate presentazioni di documenti decontestualizzati e di informazioni imprecise date in pasto al pubblico, hanno l’infelice effetto di disinformare e confondere gli spettatori che genuinamente si interessano all’argomento.

Quindi i vari studi scientifici sono un supporto non indifferente nella valutazione di:

·         controllo di base psichiatrico e psicofisiologico del soggetto supportato da test della personalità e altro, provati statisticamente (MMPI 2, Test di Rorschach, ecc.);
·         variazione dei  parametri di base del soggetto, prima, durante e dopo l'evento e con quale strumentazione;
·         registrazione dei parametri fisico-psicofisiologici durante gli eventi  in questione ed eventuali ipotesi più o meno accertate su cause fisiche, fisiologiche, psicologiche o paranormali che li determinano o ne siano stati una concausa, che va chiarita scientificamente e non scientemente o emozionalmente, come fanno certi commentatori apparentemente onniscienti. Si ricordi sempre quanto afferma Thomas S. Szasz, che dietro a ogni strumento scientifico c'è sempre il cervello/mente del ricercatore che non dovrebbe avere pregiudizi o convinzioni personali emozionali.

Detto questo si sottolinea come la scienza ufficiale sia stata coinvolta in diversi casi di apparizioni/visioni giudicate di volta in volta dalla Chiesa Cattolica come:

·         constat de supernaturalitate”;
·         constat de non supernaturalitate”;
·          “non constat de supernaturalitate”;

mentre altre sono ancora “sub judice”.


Nel prossimo post evidenzierò a titolo riassuntivo le conclusioni del Gruppo di Studio denominato “Medjugorje 3”, di cui sono stato Coordinatore Scientifico, ricerca descritta per esteso nel libro:



e illustrata nel video/documentario: